Stati nazionali ed Ebrei Europei
1. Durante il XVII E XVIII secolo, mentre andavano lentamente sviluppandosi gli stati nazionali sotto la tutela delle monarchie assolute, nacque la figura di “ebreo di corte”, che finanziava le attività statali e curava gli affari economici del principe
2. Dopo la rivoluzione francese, apparvero degli stati nazionali in senso moderno che avevano bisogno di un volume di capitale e credito notevolmente superiore a quello fornito dagli ebrei di corte al principe. I privilegi che fino ad allora erano stati prerogativa solo degli ebrei di corte, ora vennero estesi alla classe ricca (ebrea).
3. Nel XIX secolo l’emancipazione venne accordata in ogni paese evoluto. Ne rimase esclusa l’Europa orientale, dove non si erano sviluppati stati nazionali.
4. Lo stretto legame tra ebrei e stati nazionali ebbe termine alla fine del XIX secolo, con l’ascesa dell’imperialismo. Gli ebrei persero la loro posizione d monopolio nel credito statale e divennero oggetto di odio universale per la loro inutile ricchezza e palese impotenza.
Nel XVIII secolo gli ebrei (arricchitesi e godenti di privilegi) si diedero da fare per impedire il progetto di emancipazione, perché li avrebbe posti sullo stesso piano degli ebrei non privilegiati. Gli ebrei privilegiati erano riluttanti ad accettare l’estensione agli altri di una libertà che essi avevano pagato coi loro servigi e non poteva quindi diventare un diritto di tutti.
In ogni caso, anche con l’avvento dell’imperialismo, gli ebrei, senza un proprio territorio e senza un proprio governo, rimasero un elemento “intereuropeo”. Lo stato nazionale aveva accuratamente preservato questo “internazionalismo”, perché esso era alla base dei loro servizi finanziari e, inoltre, tornava estremamente utile nei rapporti fra gli stati, specialmente in tempo di guerra.
Gli ebrei avevano servito i monarchi e li avevano riforniti in tempo di guerra, ma non avevano mai preso parte personalmente alle operazioni belliche. Non più richiesti come banchieri di stato e fornitori di guerra, aveva conservato la loro importanza come consiglieri finanziari. L’interesse che l’ebreo provava per il proprio signore era quello che un commerciante provava per un socio d’affari, non aveva nessun interesse politico. Nonostante questo, una certa forma di antisemitismo liberale ne trasse spunto per affermare che ebrei e aristocrazia avessero stretto un’allenza contro la borghesia in ascesa.
Ritornando alla faccenda dell’“internazionalismo” degli ebrei, bisogna sottolineare che tale caratteristica si rivela utile solo finchè i conflitti bellici venivano condotti mantenendo consapevolmente intatte le possibilità di pace futura. Una volta fissato, invece, come obiettivo il completo annientamento del nemico, questa sorta di internazionalismo non serviva più a nulla.
Gli ebrei non avevano tradizioni o esperienze politiche e ignoravano le tensioni fra società e stato. Avevano imparato a dipendere dalle massime autorità dello stato e che l’effettivo pericolo era costituito dal popolaccio. Non capivano che la progressiva democratizzazione rendeva insicura una protezione del genere. Gli ebrei non sapevano che cosa fosse il potere e non provavano nessun interesse per esso.
Essi non si alleavano mai con un governo specifico, bensì con i governi in quanto tali, con l’autorità in quanto tale. Se talvolta mostrarono una marcata preferenza per la monarchia, fu soltanto perché le repubbliche erano più legate alla volontà popolare, verso cui essi nutrivano un’istintiva diffidenza.
Ogni classe sociale che era venuta a trovarsi in conflitto con lo stato in quanto tale, era diventata antisemitica perché l’unico gruppo sociale che sembrava rappresentare lo stato erano gli ebrei.
Va però tenuto presente che era avvenuto un mutamento decisivo nei rapporti degli ebrei con lo stato quando il posto degli ebrei di corte era stato preso dai banchieri del diciannovesimo secolo.
Il mutamento è simboleggiato dall’ascesa della famiglia Rothschild.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Antonino Cascione
[Visita la sua tesi: "''In Treatment''. Analisi di una fiction sulla psicoterapia psicoanalitica."]
[Visita la sua tesi: "Intercultura nella Scuola dell'Infanzia: il Punto di Vista dei Genitori."]
- Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
- Facoltà: Psicologia
- Corso: Psicologia
- Esame: Storia culturale del XX secolo
- Titolo del libro: Le origini del totalitarismo
- Autore del libro: H. Arendt
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