Trattamento farmacologico per l'epilessia
Il trattamento standard per l'epilessia è la terapia farmacologica che nella maggior parte dei casi è in grado di controllare le crisi; si ottiene una significativa riduzione delle crisi del 60-80% dei casi dopo la sospensione del trattamento farmacologico il rischio di recidiva varia dal 50% all' 80% tranne nelle forme con remissione spontanea (piccolo male e epilessia benigna a punte rolandiche).
Nei casi più gravi si interviene chirurgicamente. La mortalità è bassa (1/1000) ed è generalmente dovuta ad aritmie o soffocamento nel corso della crisi o ad incidenti connessi alla perdita di coscienza. A seconda del tipo di evoluzione e della sua curabilità è possibile distinguere 4 tipi di epilessie:
– epilessie benigne = crisi limitate a pochi episodi e guarisce spontaneamente durante la prima infanzia
– epilessie farmaco sensibili = la guarigione ottenuta tramite i farmaci è permanente e consente l'interruzione dei farmaci dopo un certo periodo di tempo in cui non sono più comparse le crisi;
– epilessie farmaco-dipendenti = il trattamento farmacologico controlla le crisi ma non consente una guarigione permanente;
– epilessie farmaco resistenti = è la forma più grave in quanto resiste al trattamento e si cronicizza
Per la convulsività non epilettica, presente soprattutto nei primi 3-4 anni di vita, è importante una terapia protettiva che a seconda della recidività degli episodi deve protrarsi per qualche anno, accompagnata da controllo elettroencefalografici periodici.
Il trattamento farmacologico cerca di stabilizzare le proprietà elettriche delle membrane delle cellule nervose ed è orientato al controllo completo delle crisi per impedire scariche elettriche spontanee. È una terapia sintomatica che non elimina la causa dell'epilessia. Il trattamento antiepilettico deve iniziare quando l'epilessia è ben documentata e deve essere periodicamente rivalutato. Nella cura farmacologica dell'epilessia si devono considerare due principi fondamentali:
– la cura dell'epilessia è basata sul controllo e possibilmente sulla risoluzione delle condizioni che causano gli attacchi epilettici, siano essi di natura primaria o secondaria;
– il meccanismo d'azione dei farmaci atti a contrastare la manifestazione convulsiva o la contrazione mioclonica focale è per ridurre l'eccitazione dei neuroni appartenenti alle zone cerebrali nelle quali si localizza il focus epilettogeno. Questi farmaci hanno in comune un'azione che favorisce l'attività del GABA (n.t. Inibitorio ossia l'opposto dell'eccitazione che proviene dai fenomeni epilettici).
I classici farmaci antiepilettici sono il valprorato e carbamazepina. Da pochi anni sono disponibili farmaci di nuova generazione (felbamato, gabapentin, lamotrigina, tiagabina, topiramato, vigabatrin) usati per indicazioni particolari o per aumentare l'efficacia della terapia quando la monoterapia con un antiepilettico classico non riesce a sopprimere le crisi epilettiche. È importante monitorare le concentrazioni plasmatiche per adeguare il dosagio del farmaco. La durata della terapia dipende dal tipo di epilessia, dalla causa e dalla sua evoluzione spontanea. Generalmente si propone una riduzione dei farmaci quando per 2-5 anni non si sono più verificate crisi epilettiche e quando sono minime o assenti le alterazioni dell'EEG. La maggior parte delle crisi riappaiono dopo 6 mesi dalla sospensione dei farmaci con la necessità di riprendere la terapia. La prognosi è migliore quando le crisi non sono frequenti e sono controllate con basse dosi del farmaco.
Effetti tossici e/o collaterali e di interferenza con altri farmaci e sostanze degli antiepilettici = effetti transitori sulla cute (eritemi), sul sistema muscolo-scheletrico e su quello emolinfopoietico. Ci sono
anche effetti sul SNC: eccessiva sonnolenza, torpore, incoordinazione motoria con perdita di equilibrio.
Il valprorato da problemi al fegato e apparato gastrointestinale che si risolvono sospendendo il farmaco. L'associazione di due o più antiepilettici può influenzare l'assorbimento di uno o l'altro dei principi farmacologici e ciò rende difficile valutare la singola efficacia. Durante l'assunzione dei farmaci si raccomanda la totale astensione da alcolici.
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