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Il sistema psicologico di Lewin


LEWIN (1890-1947) riuscì a delineare un sistema psicologico in grado di connettere teoria e pratica, ricerca di leggi generali ed attenzione al caso particolare in un quadro fondato sull'articolazione tra mondo psicologico e mondo sociale, tra fattori oggettivi e fattori soggettivi intervenenti in una situazione, mantenendo una ferma attenzione ai problemi umani concreti in una visione in cui convergono istanze democratiche ed emancipatorie. La sua concettualizzazione ha due risvolti: 
1. si inserisce nel dibattito contro il meccanicismo essenzialistico e contro i principi di causalità lineare e di spiegazione attraverso ricorrenze statistiche; 
2. delinea un percorso non logico ma psicologico empiricamente fondato dal caso particolare a leggi generali. 
Due aspetti importanti: 
concetto di RELAZIONE tra OGGETTO di STUDIO (evento, fenomeno personale o sociale…) ed AMBIENTE in cui tale oggetto è posto in questa relazioni divengono essenziali non solo le caratteristiche in sé dell’oggetto ma anche le caratteristiche della situazione globale in cui esso si trova. 
attenzione per la CONCRETEZZA del CASO INDIVIDUALE e della SITUAZIONE SPECIFICA solo affrontando la concretezza del caso individuale si può, secondo Lewin, giungere poi alla possibilità di trovare delle leggi e dei modelli generali. 
Connessione del punto di vista nomotetico con quello ideografico per cogliere l’essere umano nell’insieme della sua attività mentale e pratica e delle sue relazioni sociali. 
Quattro fasi del procedimento lewiniano: 
centrare l’analisi su situazioni concrete della vita reale; non considerarle fini a se stesse e concluse ma inserirle in un contesto più vasto di strutture e di processi; analizzare problemi specifici di dipendenza da situazioni specifiche;  passare via via alla formulazione di leggi sempre più generali relative al modo con cui l’uomo agisce, ragiona, valuta, entra in tensione, regola il mondo effettivo e così via. 

Tratto da LA PSICOLOGIA DI COMUNITÀ di Ivan Ferrero
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