Elementi costitutivi della relazione sociale
Una relazione è RECIPROCA se il significato che ha per i soggetti è reciprocamente condiviso risposta alla domanda “migliori amici” corrispondente per entrambe i membri. È interessante notare che la reciprocità può essere oscura ad ego » in questo caso si può parlare di discrepanza tra la RETE REALE e la RETE IMMAGINARIA di una persona. Molte persone infatti (e, in una certa misura ogni persona) sottostimano o sovrastimano la propria rete.
Un altro concetto centrale nello studio delle reti sociali è quello di NEXUS, con il quale ci si riferisce alle relazioni relativamente continuative che si traducono in un contatto visivo e tangibile » ad esempio le relazioni familiari e professionali quotidiane, ma anche quelle con gli amici, con i vicini, con le persone presenti in modo significativo nello spazio e nel tempo di ego. (SPECK » “un vicino che prende il caffè con voi la mattina o il cliente regolare di un bar o di una stazione di servizio, hanno delle relazioni nexus che spesso le fanno entrare nella vita del loro prossimo”).
Per DENSITÀ di una rete, o di una sua parte, si intende la misura del rapporto tra le relazioni realmente esistenti tra un determinato numero di individui e l’insieme delle relazioni possibili se ciascuno di essi fosse in contatto con tutti gli altri.
Con il termine RANGE si indica il numero di persone che un individuo raggiunge con la sua rete » può limitarsi a coloro con cui si è in contatto diretto oppure comprendere anche le relazioni di secondo, terzo livello e così via. Il range di una persona che frequenta individui molto diversi per età, classe sociale, luogo di appartenenza, risulta superiore a quello di chi frequenta lo stesso numero di persone ma più omogenee socialmente. Tale concetto costituisce un elemento piuttosto interessante anche per l’epidemiologia, per la pubblicità, per l’influenzamento elettorale.
Con il termine CLUSTER vengono indicati il gruppo o i gruppi di persone particolarmente ricchi di reciproche connessioni all’interno di una rete, cioè raggruppamenti ad alta densità. Ego può avere all’interno di ogni cluster un ruolo e una identità diversa, talvolta così differenti da non essere conciliabili.
Tutto ciò risulta alquanto interessante se riferito all’ambito dei possibili interventi. Una persona che appartiene ad un gruppo di auto-aiuto tra alcolisti (e questo è un suo cluster), potrebbe voler impedire l’incontro tra i membri di tale gruppo con i membri degli altri cluster all’oscuro del suo alcolismo. Questa semplice osservazione rimanda al ruolo del contesto sociale specifico, sotto il profilo del controllo che esso può esercitare e/o dei sostegni che può fornire a livello dei gruppi di auto-aiuto, reti di solidarietà, o ancora, servizi o progetti di intervento che vi vengono organizzati.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Ivan Ferrero
[Visita la sua tesi: "Espressioni facciali e i volti della menzogna. Dagli studi di Paul Ekman al ''successo'' di Cal Lightman"]
- Università: Università degli Studi di Torino
- Facoltà: Psicologia
- Corso: Psicologia
- Esame: Psicologia di comunità
- Docente: Amerio e De Piccoli
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