Caratteristiche della ricerca azione lewiniana
La ricerca azione prevede la presenza di un gruppo che comprende in sé le funzioni di gruppo di ricerca e soggetto sperimentale.
La ricerca azione è DIALETTICA e CIRCOLARE in quanto propone interpretazioni provvisorie che possono essere rimaneggiate, il piano d’azione è flessibile e rispondente all’ambiente. La STRATEGIA di AZIONE, per quanto sia rigorosamente codificata, deve lasciar spazio alla concretezza delle cose che succedono, le quali possono produrre modificazioni nel percorso ed imporre nuove decisioni, compresa quella di soprassedere o rinunciare all’iniziativa cominciata.
Per Lewin il PROCESSO di CAMBIAMENTO e quello di APPRENDIMENTO SONO STRETTAMENTE LEGATI egli definisce, infatti, l’apprendimento come un “cambiamento nella struttura cognitiva” che si produce attraverso un processo di progressiva differenziazione e strutturazione delle aree del campo interessate, il cambiamento in una situazione sociale è CONTEMPORANEAMENTE CAUSA e RISULTATO di un processo di apprendimento sia a livello individuale sia a livello sociale, secondo una LOGICA CIRCOLARE che considera i processi di azione come tipici elementi di relazione tra gli aspetti obiettivi e quelli soggettivi del campo.
Il ciclo della ricerca azione inizia con l’identificazione di un problema in un contesto specifico.
Il passo successivo consiste nella raccolta dei dati ritenuti pertinenti, che vanno raccolti ovviamente entro il contesto oggetto di indagine; alla raccolta partecipano tutti i membri del gruppo. Questa fase, molto importante, può essere effettuata attraverso diverse metodologie interviste ad altre persone presenti nell’ambiente, misurazioni, indagini conoscitive a largo raggio e comprende la raccolta di qualsiasi informazione che il gruppo possa trovare interessante.
Alla raccolta dei dati segue l’analisi degli stessi da parte del gruppo e la generazione di ipotesi sulle soluzioni possibili. I dati raccolti devono essere interpretati e “restituiti” all’organizzazione. La “restituzione” può, da sola, costituire già un primo intervento, accanto al quale i ricercatori possono mettere in atto azioni più strutturate che producano dei cambiamenti all’interno del sistema.
Un aspetto importante riguarda il coinvolgimento del gruppo di soggetti-attori nella ricerca. Lewin ha più volte sottolineato la necessità che i partecipanti alla ricerca vengano messi nelle condizioni di condividere le finalità della ricerca stessa, diversamente dalla situazione sperimentale classica in cui “molto difficilmente il soggetto può assumere come propri i fini della ricerca al punto da coinvolgere strati psichici profondi e soprattutto accettare di analizzare i propri stati d’animo verso il ricercatore […]. Il soggetto percepisce infatti di essere entro la ‘sfera di potere’ dello sperimentatore che ha il controllo della situazione”.
La CONDIVISIONE delle FINALITÀ è per Lewin uno degli elementi caratteristici della ricerca azione, fondamentale per ottenere la cooperazione degli individui, dei gruppi, delle organizzazioni, insieme alla necessità, da parte dei partecipanti, di “familiarizzarsi con gli aspetti scientifici del problema”, anche stabilendo di comune accordo la procedura sperimentale da seguire. Egli arriva così a considerare “l’azione, la ricerca e l’addestramento come un triangolo che è necessario mantenere tale nell’interesse di ciascuno dei suoi vertici”. In tal modo “pur restando una distinzione di ruoli fra ricercatore e partecipanti, cade il potere che il primo esercita sui secondi ai quali vengono trasferite competenze utili a gestire i loro problemi istituzionali o personali”. Inoltre, il coinvolgimento incoraggia l’appropriazione psicologica dei fatti da parte dei membri del gruppo, permette una raccolta dei dati maggiormente efficace ed economica, e consente ai partecipanti di apprendere metodi che possono essere usati nel futuro. Accettando il coinvolgimento nell’azione di cambiamento, l’action researcher può infatti acquisire le abilità necessarie per un apprendimento continuo e per la risoluzione dei problemi, implementando ciò che viene appreso durante il processo di ricerca azione.
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Autore:
Ivan Ferrero
[Visita la sua tesi: "Espressioni facciali e i volti della menzogna. Dagli studi di Paul Ekman al ''successo'' di Cal Lightman"]
- Università: Università degli Studi di Torino
- Facoltà: Psicologia
- Corso: Psicologia
- Esame: Psicologia di comunità
- Docente: Amerio e De Piccoli
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