La mano invisibile e il paradigma chandleriano
La grande impresa manageriale ha trovato negli Stati Uniti le condizioni socioeconomiche migliori per affermarsi. Il paese era scarsamente popolato e aveva una ridotta possibilità di sfruttamento della forza-lavoro (il che spiega il forte richiamo verso il nuovo continente) ma godeva di una notevole offerta di risorse naturali e capitale. Ciò contribuisce a spiegare la tendenza allo sviluppo di tecnologie labour saving (risparmio del lavoro, tecnologie e macchine prevalevano sul lavoro) ma ad alta intensità di risorse e capitale e quindi la precoce spinta alla meccanicizzazione. Una serie di fondamentali innovazioni di processo e di prodotto resero possibile la diffusione delle pratiche di standardizzazione, basate sul principio della parti intercambiabili, in un largo ventaglio di settori, dall'industria del legno alla meccanica, dall'alimentare alla gomma: si sviluppò l'American System of manufacturing, una tecnologia che anticipava la produzione di massa. La completa meccanicizzazione del processo produttivo si ottenne con l'adozione della catena di montaggio, per la prima volta usata nello stabilimento Ford. Aveva preso avvio negli USA un processo irreversibile di integrazione delle attività produttive, dal quale sarebbero ben presto emerse poche grandi imprese dominanti. La concentrazione condusse alla sostituzione della mano visibile della grande impresa alla mano invisibile del mercato: si andò delineando la tendenza all'internazionalizzazione nell'azienda di operazioni e transazioni fino ad allora coordinate dal mercato, i cui meccanismi non sembravano in grado di assicurare le economie di scala e di ampiezza necessarie a garantire quel crescente flusso di prodotto. Il '900 fu segnato dall'affermazione della grande impresa che gestisce il sistema capitalistico, i mercati vengono sostituiti dalla grande impresa. Dall'esigenza di un efficiente organizzazione traevano origine processi di divisione fra attività finanziarie e produttive e fra proprietà dell'impresa e management della stessa. Nell'America di fine Ottocento e del primo Novecento, la grande impresa manageriale integrata si diffuse nell'industria e nei settori caratterizzati da un elevato tasso di cambiamento tecnologico e sollecitati da una domanda in rapida espansione. Tra queste industrie abbiamo i settori del tabacco, alimentare e della meccanica leggere e, in secondo luogo, il petrolio, la chimica, la gomma e l'automobile. L'esperienza che accomunava i settori del primo gruppo era quella di un processo di crescita interno, attuato attraverso strategie di integrazione a valle della distribuzione e del marketing e a monte nell'acquisizione delle materie prime. Facevano parte del secondo gruppo le imprese che operavano in settori a elevata intensità di capitale e che erano cresciute attraverso strategie di integrazione orizzontale per il controllo dei prezzi e della produzione: queste imprese hanno fatto ricorso a capitali più ingenti, soprattutto per le necessità di consulenza e assistenza finanziaria nei processi di fusione.
Continua a leggere:
- Successivo: Economie di scala e diversificazione: i first movers
- Precedente: La grande impresa manageriale
Dettagli appunto:
- Autore: Melissa Gattoni
- Esame: Storia Economica
- Titolo del libro: Storia d'impresa
- Autore del libro: P. Angelo Toninelli
- Editore: Il Mulino
- Anno pubblicazione: 2006
Altri appunti correlati:
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Il concetto di disoccupazione tecnologica da Ricardo ad oggi
- Sfuggire alla trappola Malthusiana: gli albori della Grande Divergenza e il preludio dell'Europa moderna
- The Italian Housing Market: monetary policy, COVID-19, the case of Milan
- Prodotti tipici ed esperienze imprenditoriali nel Ragusano del secondo Novecento
- Le condizioni di vita degli italiani a Chicago alla fine dell'Ottocento
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.
Forse potrebbe interessarti:
Storia economica
Appunti delle lezioni di Storia Economica del professor Mastrolia, a.a. 2010-11.