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Introduzione al concetto di stregoneria


Scriveva Hegel: ”In Africa sono tutti incantatori”. Questi popoli “riconoscono la forza della natura e cercano di sovrastare a essa. Così essi credono anche che l’uomo non muoia mai naturalmente, ma che sia la volontà di un nemico che l’uccide per virtù magica: e per ovviare a ciò, come contro ogni altra forza naturale, si servono a loro volta della  magia” . Questa immagine fu riproposta spesso dalla pubblicistica, dalla letteratura popolare e dall’opinione dei viaggiatori. Per Meyer Fortes, antropologo britannico che ha indagato il pensiero dei Tallensi del Ghana, la stregoneria si colloca ai margini del loro pensiero; è parte del folklore non dei veri valori della vita. La stregoneria in realtà si può vedere come un tema ricorrente e attuale, vive di particolari circostanze, compare e scompare in maniera inaspettata. Lo studio della stregoneria è passato attraverso due momenti, il primo in età coloniale, il secondo alla fine del Novecento. La prima generazione di studi intendeva distanziarsi dagli stereotipi della mentalità coloniale e pensò di analizzare il posto che aveva questo tipo di cultura nella mentalità religiosa e nel cosmo, nei rapporti politici e di gestione a livello di villaggio. Prospettiva molto considerata, cercava studiare le specificità dei discorsi sulla stregoneria, chiedendosi chi li  sosteneva e chi li generava. Concentrandosi sulle dimensioni locali, stabilì un legame tra stregoneria e cultura tradizionale africana, tra credenza nell’invisibile e mondo rurale. Visione di cui gli stessi sostenitori presentavano i limiti, perché in epoca pre-coloniale la stregoneria non è mai stata confinata solo nei villaggi. Per reazioni, dagli  anni ’80 si è cercato di parlare di modernità nei discorsi sulla stregoneria, indagandone il prosperare nelle città, fra i settori istruiti e nei mass media, con una lettura sullo sfondo delle attuali problematiche. Questo è il nucleo della seconda generazione di studi . È difficile  giungere  a  una  condivisa  definizione di stregoneria, perché le pratiche al suo interno differiscono notevolmente; a lungo l’antropologia ha cercato di trovare una soluzione indagando le terminologie indigene, ma la dispersione è stata enorme. L’africanistica contemporanea ha cercato di rimanere più legata alle concrete situazioni, prestando attenzione alle interpretazioni personali nei diversi contesti su cosa questo concetto incarnasse. Entrambe queste posizioni sono comunque frutto della riflessione critica e di metodo che attraversa le scienze umane dagli anni ’60 del Novecento.

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