La compartecipazione emotiva
La compartecipazione emotiva, la solidarizzazione nel pianto, il comune riconoscersi davanti a qualcuno che ha inciso per sempre il suo dolore ribalta il significato della dismissione del corpo all’esecuzione: quando i musicisti dimostravano che stavano suonando in play back, la rivelazione risultava sconcertante e deprimente; quando Rebekah del Rio sviene a terra, nel bel mezzo di una performance appassionata, il continuare della sua voce, pur rivelandosi anch’essa registrata, pare invece drammatizzare ancor più la pregnanza del ruolo attanziale del “piangente per amore”. L’amore per sempre, bagnato dal pianto, va oltre la dismissione del corpo: è inciso. Una volta che l’asimmetria dell’amore non corrisposto diviene solidarizzazione nel pianto comune, una volta che la dismissione del corpo non cancella la persistenza dell’implorazione d’amore, ecco che Betty, simulacro di Diane, può tirar fuori dalla sua borsetta il suo segreto, ossia la scatolina blu, ossia il piccolo teatro del Silenzio dove ha covato la vendetta e la macchinazione di un assassinio. Si è infine raggiunta una comunicazione impossibile, una conciliazione quali vittime di un amore intaccato e ribaltato di segno dai segreti. E ora che questa catarsi comune si è idealmente compiuta, ora che si ha avuto il coraggio di dare nella mani della vittima la prova scandalosa della propria colpa, ecco che nella stessa scatola-teatro la dismissione del corpo dell’amata, Camilla, o meglio del suo simulacro Rita, può riandare in scena, può rifluire, come inciso per sempre. Il segreto della scatola non serve più, può cadere a terra, nella casa di Havenhurst.
Se è il Cowboy a risvegliare Rita è per almeno due motivi; il primo è perché egli si poneva, nel sogno, come l’anello ultimo della rete mafiosa che aveva convinto Kesher a prendere una certa protagonista per il suo film (sappiamo che all’ultimo capo telefonico di tale rete c’è Diane); dunque, se Rita è giunta con i suoi sogni a riguadagnare la “realtà” (per via del Club Silencio) è ovvio che sia il Cowboy a passare il testimone a Diane stessa. Il secondo motivo è molto più decisivo per la significazione del film: il Cowboy chiede a chi incontra di rendersi responsabile del proprio destino: è ciò che ora spetta inevitabilmente anche a Diane.
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