Comunicazione e atto narrativo
Il discorso narrativo si basa su due caratteristiche principali:
a) comunicativa
b) narrativa
in base a che cosa un atto comunicativo viene definito narrativo? Quando un testo (di qualsiasi genere) è pervaso da INTENZIONE COMUNICATIVA, si indirizza automaticamente verso un effetto determinato razionale. Ogni atto comunicativo è dunque soggetto a trasformazioni, impresse dal comunicatore, che lo portano ad assumere la forma voluta.
L’atto comunicativo può avere funzione
a) ideativa: diventa espressione dell’esperienza individuale
b) interpersonale: strumento di espressione per chi parla o scrive e interagisce con gli altri nell’atto comunicativo
c) testuale: permette di costruire un testo corretto basato su regole precise e coerenza interna
Che differenza c’è quindi tra il narrativo e il non narrativo? Un atto diventa narrativo quando chi parla lo fa nella piena coscienza di rendere un atto comunicativo, narrativo. Il passaggio da non narrativo a narrativo comporta l’osservanza di regole e convenzioni comprese da tutti, è il frutto di una scelta che trasforma l’ordo naturalis (normale stato espressivo di pensieri e parole) in ordo artificialis, in un racconto unico, razionale e calcolato.
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Dettagli appunto:
- Autore: Priscilla Cavalieri
- Università: Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM)
- Esame: Letterature Comparate
- Docente: F. Vittorini
- Titolo del libro: Il testo narrativo
- Autore del libro: Fabio Vittorini
- Editore: Carrocci
- Anno pubblicazione: 2006
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