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Il tempo nel racconto


Esempio di “Orlando” (1929) di Virginia Woolf: “è lo spirito umano a elaborare stranamente la struttura del tempo. Un’ora può allungarsi di 50 o 100 volte la sua durata d’orologio…”

Il tempo fittizio del racconto non è altro che una variante del tempo dello spirito. La temporalità nel racconto è modulata su due livelli
a) livello del testo come racconto: il tempo si sviluppa in modo logico secondo il principio di consecutività e conseguenza
b) livello del testo come messaggio: il tempo perde la sua logicità, consecutività e conseguenza si infrangono

dal capitolo VIII dei promessi sposi in poi, il tempo perde la sua cronologicità, diventa pendolare facendo continua balzi in avanti e indietro per ricapitolare le vicende dei personaggi già entrati in scena o per presentare la vita precedente di altri (cfr anche pagg. 23-24) perché è pressoché impossibile raccontare tutti gli eventi in successione lineare. Nei promessi sposi quindi si alternano momenti di flusso lineare, a momenti di flusso non lineare o addirittura di vuoto.
Tutti questi cambiamenti cronologici sono messi in atto dal narratore per aumentare il senso di sorpresa già regalatoci dall’intreccio. Per sapere tutto il possibile dello svolgersi della storia possiamo solo metterci nelle mani del narratore che ci guida nel tempo e nello spazio.
La scelta di collocare il racconto in un tempo e spazio precisi o indefiniti spetta solo al narratore: vedi anche i contrastanti incipit di Hugo in “Notre dame de Paris” e di Dickens ne “il nostro comune amico”. Tutti i dettagli e le mancanze, le oscillazioni tra tempo della storia e tempo del racconto sono imputabili esclusivamente al narratore che ha chiara funzione strutturale.
Asimmetrie tra tempo della storia e tempo del racconto
a) ordine: successione degli eventi nella storia e loro disposizione nel racconto
b) durata: estensione temporale degli avvenimenti nella storia rispetto alla loro lunghezza nel testo (cioè alla lunghezza concessagli nel racconto)
c) frequenza: ripetizioni degli eventi nella storia e loro ripetizione nel racconto

Tratto da IL TESTO NARRATIVO di Priscilla Cavalieri
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