Gadda - Strumenti per la creazione del consenso nel fascismo: i giovani
I giovani erano ontologicamente adatti a rappresentare e sostenere attivamente il regime, che infatti ne sfruttava la vitalità e la “propensione all’ azione” tipiche del periodo giovanile, come già detto.
Per di più il regime faceva di loro “.. delle spie e degli sbirri, paroloni in bocca e coltello alla cintola; e della spia e dello sbirro un prefetto e un ministro”.13
Insomma, il regime conferiva incarichi e titoli a giovani inesperti, senza che essi avessero prima dato prova delle loro eventuali capacità. Era del tutto evidente come il regime avesse scientemente sostituito la valutazione dei meriti, con la valutazione del grado di fedeltà alla Causa comune (la presa e il mantenimento del potere).
Ai giovani era richiesta fedeltà acritica, cieca e interessata al potente di riferimento, sufficiente a garantire un posto, uno stipendio, un potere. Le aspiranti nuove leve del regime non dovevano conoscere la critica, ma solo la piaggeria, nella speranza di ottenere qualche credenziale che avrebbe loro assicurato, ciò che non avrebbe mai potuto dargli la credibilità e il talento che non avevano. Non esisteva il confronto, ma solo l'ortodossia. E poteva esserci metodo migliore di quello di affidare d’emblée responsabilità, autorità e comando a un giovane per carpirne la fedeltà e l’appoggio?
Certamente no, infatti i giovani furono plagiati e assecondarono senza troppa fatica i loro istinti di sopraffazione e cinismo nei confronti dell’altro, semplicemente obbedendo agli ordini dei loro superiori di controllo e repressione della popolazione anche mediante l’uso della forza. Il regime non avrebbe potuto essere più accomodante e disonesto nei confronti dei giovani, i quali servivano il potere svolgendo le loro mansioni di spie o di repressione della popolazione, ma ne erano anche parte integrante e membri di un “progetto comune”, quello di prendere il potere e governare l’Italia.
E torna spesso in Eros e Priapo sotto forma di anafora, l’espressione “coltello alla cintola” anche in riferimento ai giovani. Il coltello era usato più a scopo intimidatorio che effettivamente esplicito, la sua sola “presenza” restituiva autorità al portatore.
Per i giovani più che per i loro superiori, l’uso del coltello rappresentava il grimaldello in grado di schiudere le porte della loro carriera. Questo rapporto scambievole tra giovani che assicuravano fedeltà e superiori che elargivano cariche pubbliche, fu alla base del largo consenso popolare che il fascismo conobbe nel mondo giovanile.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Nicola Di Turi
[Visita la sua tesi: "L'influsso di Cicerone nella trattatistica comportamentale del Cinquecento: Castiglione e Della Casa"]
- Università: Università degli Studi di Siena
- Esame: Letteratura italiana contemporanea
- Docente: prof. Italia
- Titolo del libro: Eros e Priapo (Da furore a cenere)
- Autore del libro: C. E. Gadda
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