Conseguenze della postura e dei movimenti sulla distribuzione dei carichi
L’equilibrio della colonna vertebrale è garantito principalmente dal fatto che il carico sulle singole vertebre si scarica in modo simmetrico, mentre ogni qual volta che si ha una perturbazione del rachide invece queste forze vertono in modo asimmetrico causando l’instabilità vertebrale.
Per sopperire a ciò si creano delle forze di compressione e di trazione come ad esempio accade durante un movimento di rotazione lungo il piano frontale, dove la compressione si ha sul lato della concavità, mentre la trazione sul lato della convessità.
La mobilità articolare della colonna vertebrale è data dalla presenza di un disco fibrocartilagineo inserito tra le vertebre, ovvero il disco intervertebrale che per la sua composizione idrica, ne limita le forze di compressione provenienti sia dal peso corporeo che da eventuali carichi esterni, e mantiene stabile la colonna.
Mentre il tratto cervicale risulta essere quello maggiormente mobile e stabile, dove il movimento origina dalle prime due vertebre, ovvero dall’atlante e dall’epistrofeo cui i legamenti connessi tra queste vertebre ne garantiscono la mobilità e la stabilità.
Il movimento di estensione del rachide, tende a comportare un aumento della lordosi lombare e cervicale, con una riduzione della cifosi al livello toracico. Ma l’eccessiva estensione lombare, viene frenata per l’azione del legamento longitudinale anteriore e anche per il contatto delle strutture ossee. In seguito all’estensione del rachide si verifica che il disco intervertebrale scivola in avanti con il corpo della vertebra sovrastante che si inclina verso dietro.
Il movimento in flessione laterale, invece prevede un’accentuazione delle curve fisiologiche sul piano trasversale, con un incurvamento verso dx o verso sn. Tale movimento si viene a verificare maggiormente al livello del tratto lombare e cervicale, ma ancora di più nel tratto toraco-lombare. Al livello dorsale nel momento della flessione, il movimento viene bloccato dalle 12 coste che formano la gabbia toracica e che si articolano sulle 12 vertebre toraciche, che in tal momento si aprono gli spazi intervertebrali.
Il movimento di flessione necessita sempre di essere accompagnato dal movimento di torsione per l’orientamento delle faccette articolari, e delle direzioni dei muscoli e dei legamenti.
Per quanto riguarda invece il movimento di torsione, esso si esegue lungo l’asse verticale e se ne verifica una maggiore escursione articolare al livello del rachide cervicale, a differenza di quello lombare, che per via della sua conformazione anatomica ne pare più limitato.
I valori di massima flessione ed estensione approssimativamente sono i seguenti:
• Rachide lombare (L1-L5) flessione max 60°- estensione msx 35°.
• Rachide toraco lombare (T1-L5) flessione max 105°- estensione max 60°.
• Rachide cervicale (C1-C7) flessione max 40°- estensione max 75°
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Dettagli appunto:
- Autore: Vincenzo Sorgente
- Università: Università degli Studi di Firenze
- Facoltà: Medicina e Chirurgia
- Corso: Scienze e Tecniche dello Sport e delle Attività Motorie Preventive e Adattate
- Esame: Teoria Tecnica Didattica Attività Motoria
- Docente: Elena Martinelli
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