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La barriera di filtrazione


Tra il lume dei capillari e lo spazio di Bowman esistono 3 barriere il cui insieme forma la barriera di filtrazione:
1. Cellule endoteliali
2. Membrana basale
3. Podociti, grosse cellule con estroflessioni (pedicelli) che formano, intersecandosi, una rete posta sulla membrana basale
Il mesangio è costituito da cellule mesangiali che si collegano alla membrana basale mediante filamenti che contraendosi o meno possono modificare lo spazio di filtrazione. Tra le barriere che l’ultrafiltrato deve sorpassare, la più facile è l’endotelio perché qui è aiutato da fenestrature che si trovano tra le cellule endoteliali. Gli spazi lasciati dai pedicelli dei podociti sono detti diaframmi di filtrazione.
Le tre barriere hanno molecole cariche negativamente quindi, diametro permettendo, le molecole cariche positivamente passano più velocemente. Il riassorbimento dei soluti (sodio, cloro, bicarbonato) può avvenire per trasporto passivo (secondo gradiente di concentrazione) oppure per trasporto attivo (attuato con spesa energetica, consumo di ATP). Se la concentrazione del soluto è maggiore all’interno del tubulo, questo potrà passare nella cellula per trasporto passivo (il carrier effettua un trasporto facilitato); oppure, le pompe presenti lungo il tubulo possono permettere, con dispendio energetico da parte delle cellule tubulari, la fuoriuscita dal tubulo di sostanze anche se queste sono più concentrate al di fuori (es. sodio).

Tratto da NEFROLOGIA di Lucrezia Modesto
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