Gli elementi del reato
Gli ELEMENTI ESSENZIALI, indispensabili per l’esistenza del REATO sono:
elemento oggettivo o materiale: azione, omissione, evento
elemento soggettivo o psicologico: scopo (movente), volontà (dolo, colpa, preterintenzione)
Gli ELEMENTI ACCIDENTALI, che non modificano l’essenza del reato ma incidono sulla gravità e sull’entità della pena, sono:
circostanze aggravanti
circostanze attenuanti
I reati possono essere:
procedibili a querela (la persona interessata ha diritto di aprire un’indagine (es. vittima di violenza sessuale)
procedibili d’ufficio (qualcuno, al posto della vittima, attiva la denuncia (es. medico o forze dell’ordine)
LA LEGGE NON AMMETTE L’IGNORANZA di colui che commette il reato (art. 5 C.P.).
La CAUSA è la condizione necessaria e sufficiente alla produzione dell’evento; la CONCAUSA è la condizione necessaria ma non sufficiente alla produzione dell’evento. La concausa può essere:
preesistente (es. concausa patologica di cui l’aggressore non è a conoscenza)
simultanea (es. ferita da arma da taglio infetta)
sopravvenuta, che esclude il nesso di causalità materiale (es. persona ferita non gravemente in un incidente stradale che muore a causa di lesioni dovute allo scontro dell’ambulanza)
sopravvenuta, che NON esclude il nesso di causalità materiale (es. anziano investito sulle strisce pedonali che va incontro a complicanze post-chirurgiche).
I criteri che stabiliscono la causalità materiale sono: cronologico (giudica il tempo che intercorre tra l’azione lesiva e la manifestazione di una malattia), topografico (corrispondenza fra la regione anatomica lesa e la sede in cui insorge la malattia), criterio della continuità fenomenologica (es. tempo finestra che intercorre tra l’azione lesiva e il conseguente manifestarsi della malattia), criterio di esclusione di altre cause (isola per esclusione un solo fattore eziologico).
Importante per stabilire la gravità del reato è l’ELEMENTO PSICOLOGICO, secondo il quale l’evento dannoso può essere:
doloso: secondo l’intenzione (più grave)
colposo: contro l’intenzione (è il più frequente e ha pene meno severe)
preterintenzionale: oltre l’intenzione, forma intermedia tra doloso e colposo (es. evento dannoso più grave di quello voluto dall’agente)
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Autore:
Lucrezia Modesto
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- Università: Università degli studi di Genova
- Facoltà: Medicina e Chirurgia
- Esame: Medicina legale
- Docente: Ventura
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