Obesità e menopausa
A partire dal quinto decennio di vita, in entrambi i sessi, la sensibilità delle ghiandole sessuali alle gonadotropine si riduce; il segnale precoce di tale riduzione è l’aumento dei livelli plasmatici dell’FSH che avviene in modo più consistente rispetto all’LH (FSH > LH). Il testosterone diminuisce soltanto di poco. Le conseguenze della ridotta sensibilità delle gonadi alle tropine ipofisarie evolvono in pochi anni nella donna che perde totalmente la fertilità con la menopausa. Lo sviluppo dei follicoli cessa e a ciò consegue la cessazione della produzione di estrogeni. Gli estrogeni presenti nella donna dopo la menopausa derivano da fonti extraghiandolari, soprattutto del tessuto adiposo, e nella donna obesa in post-menopausa possono essere più elevati che nella donna in premenopausa. Per prevenire l’osteoporosi è necessario ricorrere alla terapia sostitutiva con estrogeni.
Con la menopausa, inoltre, la donna acquisisce un po’ più di grasso viscerale e presenta livelli più alti di LDL.
Gli estrogeni hanno almeno due recettori diversi: il recettore β che è presente più a livello sottocutaneo e meno a livello viscerale, il recettore α che è presente più o meno in modo equo.
Gli effetti degli estrogeni a livello viscerale sono: riduzione della proteina C reattiva, diminuzione dei mediatori dell’infiammazione, regolazione del meccanismo di conversione di cortisone e cortisolo.
Nelle donne che attuano un trattamento precoce con la terapia sostitutiva: aumenta la vasodilatazione (ovvero la capacità di una arteria di dilatarsi in seguito ad uno stimolo), diminuisce l’attivazione dei fenomeni infiammatori e la progressione delle lesioni. Tutto ciò non avviene se la terapia viene attuata tardivamente (3-4 anni dopo la menopausa) e in più aumenta l’instabilità delle placche (aumenta il rischio di demenza).
Il cerotto contiene estrogeni che passano più facilmente il filtro epatico quindi il rilascio è più graduale ed è maggiore a livello periferico e minore a livello viscerale.
La malattia cardiovascolare, incluso l'ictus, diventa prevalente dopo la menopausa. La terapia estrogenica sostitutiva deve essere presa in considerazione perché le donne che la assumono hanno una riduzione del 50% del rischio di cardiopatia.
Gli estrogeni aumentano la leptina e riducono la lipoprotein-lipasi a livello viscerale. Gli androgeni diminuiscono la leptina.
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Autore:
Lucrezia Modesto
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- Università: Università degli studi di Genova
- Facoltà: Medicina e Chirurgia
- Esame: Endocrinologia
- Docente: Maggi
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