Skip to content

Tamponamento cardiaco e versamento pericardico


Il trattamento chirurgico in corso di pericardite acuta è necessario solo in caso di segni clinici, ecografici o emodinamici di compressione delle cavità cardiache.
Prelievi bioptici e batteriologici vengono effettuati routinariamente. Più raramente un intervento chirurgico viene indicato per realizzare una biopsia pericardica o un prelievo batteriologico esssendo il prelievo pericardico solo raramente diagnostico.
Vi sono tre tipi di intervento che trovano la loro rispettiva indicazione a seconda della cause della pericardite.

1) Drenaggio pericardico per via sottoxifoidea.
È indicato nella maggior parte dei versamenti compressivi non neoplastici, eccetto in caso di recidive multiple. Consiste nel praticare un’incisione sottoxifoidea, incidere il pericardio ed evacuare il versamento. È una tecnica rapida e semplice ma non applicabile a versamenti che si riformino in breve tempo perché non consente il posizionamento prolungato di un tubo di drenaggio.
In caso di versamento di natura neoplastica, la frequenza di recidive dopo drenaggio pericardico è tale da indicare la realizzazione di una finestra pleuropericardica se le aspettative di vita del paziente sono superiori a 6 mesi.

2) Finestra pleuropericardica.
Si opta per tale soluzione in caso di versamenti potenzialmente recidivanti. Può essere realizzata per via toracotomica anterolaterale sinistra o toracoscopica e consiste nel resecare una porzione di pericardio in modo da consentire al versamento un drenaggio nel cavo pleurico.

3) Pericardiectomia subtotale.
Tale tecnica è indicata principalmente in caso di pericardite costrittiva o, più raramente, per trattare versamenti recidivanti o ad alto rischio di recidive, come alcuni versamenti neoplastici.

Tratto da APPUNTI DI CARDIOCHIRURGIA di Alessandra Di Mauro
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.