Gli ebrei come servi regie camere, in Sicilia
LO STATO E LE COMUNITÀ: LA PROTEZIONE ESCLUSIVA. Il principio che stabilisce un rapporto diretto tra gli ebrei come servi della regia Camera e lo Stato sembra sia stato elaborato in Sicilia. La definizione di ebrei come servi Regie Camere è utilizzata soltanto nella documentazione regia e soltanto per esprimere l'immediatezza dei rapporti con la Corona, mentre i notai qualificano gli ebrei solo in rapporto agli statuti e ai privilegi delle terre che abitano o delle città di cui sono abitanti. In Sicilia, come in tutta Europa, lo stato servile implicava una protezione esclusiva e gli ebrei se ne servivano contro le giurisdizioni private e municipali. Nel 1392 ad esempio gli ebrei della città di Siracusa si definiscono umile e servile universitas, solo per enumerare una formidabile lista di privilegi approvati dal placet regio.
In un mondo dove ancora potere chiesastico e potere laico tendevano a sopraffarsi l'un altro, le ingerenze curiali sono molto rare e lascia gli ebrei e la loro protezione quasi esclusivamente nelle mani dello Stato. Nelle terre feudali o provvisoriamente affidate alla giurisdizione dei nobili, gli ebrei sono considerati come vassalli e non come villani; devono prestare giuramento e omaggio secondo la Legge mosaica. I servizi personali sono il segno tangibile della servitù della Regia Camera. Il servizio considerato più umiliante era quello che obbligava a fornire i boia, anche se limitatamente all'esecuzione di ebrei. Seguono le angarie legate alla presenza (reale o simbolica) del principe: esse costringevano gli ebrei a pulire la residenza, il castello o il palazzo; obbligavano a ospitare gli ufficiali (posata) ma solo se essi erano stranieri e non possedevano un recapitum dormiendi; e prevedevano la fornitura obbligata ogni tre anni della bandiera regia, che indicava l'immediato legame tra ebrei e potere statale. Sono obblighi accettati comunemente dagli ebrei purché essi riguardino esclusivamente, come dovrebbe essere, il principe e non l'aristocrazia in generale, come spesso succedeva. Non era invece condannata l'estensione delle angarie ai castelli reali, considerati comunque estensioni virtuali della residenza regia. Altra prestazione era l'obbligo delle guardie notturne, faticoso e gravoso e da cui spesso si cercava di svincolare pagando ammende di varia entità. In generale si può affermare che gli ebrei fino al 1492 godevano di tutti i comuni diritti di cittadinanza.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia medievale
- Docente: Clara Biondi
- Titolo del libro: Arabi per lingua, ebrei per religione
- Autore del libro: Henri Bresc
- Editore: Mesogea
- Anno pubblicazione: 2001
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