Lucio Lombardo Radice e la pedagogia antimafia

Avendo trattato sin ora gli aspetti differenziali, trattiamo ora quelli analogamente mafiosi. In questa prospettiva ritorna il delicato discorso del legame tra cultura mafiosa e cultura borghese. Non si tratta di stabilire legami diretti quanto affinità culturali che predispongono il secondo a favorire rapporti di connivenza col primo. La mafia finanziaria ha ormai interiorizzato alcuni obiettivi sociali che si possono definire tipici della cultura borghese: profitto come indice di successo, individualismo, arrivismo, sfruttamento delle fasce più deboli della popolazione, diffidenza verso i meccanismi della partecipazione politica diffusa. La funzione, dunque, dell'educazione, della pedagogia che su di essa criticamente riflette, e della scuola che la trasmette è quella di avviare una prassi atta a costruire l'uomo più completo e libero possibile, in una prospettiva sociale storicamente determinata. Lucio Lombardo Radice è stato un forte sostenitore di una scuola e di una pedagogia impegnate, rimanendo spesso isolato rispetto allo schieramento di cui faceva parte. Eppure egli era riuscito ad avviare un recupero politico ed etico della dimensione educativa: la scuola è, infatti, dotata di un potenziale scientifico che le consente di avviare e promuovere progetti sociali progressisiti, essendo la scuola il luogo privilegiato in cui si costruisce il futuro, fatto da uomini che non siano controllati ma che controllino loro la società. In questo senso non è esagerato affermare che il problema di una pedagogia antimafia è parte del problema culturale della democrazia. L'apprendimento delle regole del gioco della democrazia e dei suoi contenuti etici avviene, infatti, in una fase di socializzazione secondaria che rispetto alla fase primaria trova grossi problemi di radicamento.