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Introduzione a Giordano Bruno



La lettura dell’Ars Memoriae di Pietro Ravennate lo indirizza allo studio delle tecniche mnemoniche, di qui in poi motivo centrale della sua ricerca. È per continuare gli studi che decide a 17 anni di entrare nei domenicani, stabilendosi a Napoli. Già all’interno del convento i confratelli dubitano della sua ortodossia, per le sue tendenze ariane. Inoltre sono Tommaso ed Erasmo i suoi grandi maestri; il secondo in particolare è illuminante per la necessità di una radicale rigenerazione dei costumi all’interno della Chiesa per la quale si batte per tutta la sua vita.  È costretto a fuggire per le accuse di eresia svestendo l’abito religioso e nel 1579 si reca presso la roccaforte cattolica francese di Tolosa, dove rimane due anni per poi spostarsi a Parigi.
Bruno ha alle spalle l’amara esperienza degli opposti rigorismi cattolico e calvinista che hanno visto lottare sanguinosamente la Lega contro gli ugonotti: per questo motivo egli rafforza sempre di più le posizioni erasmiane per la pace e il superamento dei fanatismi dogmatici. Presso la corte di Enrico III stringe rapporti con i politiques sostenitori di un re super partes, svincolato dal potere delle sette. Tiene un corso sugli “attributi divini” in cui dà prova di una profonda conoscenza di Tommaso e dell’arte della memoria. Per questo ottiene la nomina di “lettore reale”, docente stipendiato dal re.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA MODERNA di Carlo Cilia
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