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C. Dionisotti e la storiografia della razionalità


Carlo Dionisotti, classe 1908, fu docente di letteratura italiana e critico. Ha insegnato a Oxford e a Londra, dedicandosi principalmente al Quattrocento e al Cinquecento, adoperando nel contempo gli strumenti della filologia e della storiografia. Dionisotti fu docente molto aperto coi giovani, in maniera severa, ma cordiale, anche con quelli più recalcitranti ad assorbire i suoi consigli sulla disciplina e sull’austerità.
Fu docente di innata apertura civile, animato da una fortissima tensione educativa. Per lui gli studi storici e storico – letterari si inscrivono nell’orizzonte della razionalità del lavoro, della collaborazione ad un progetto comune, ad un patrimonio, alla costruzione di un edificio in cui si riconosce la validità e la dignità di un essere nel mondo, di una conoscenza rigorosa, nemica di velleità e di sogni illusori, del tempo e dello spazio che si occupa.
Dionisotti sosteneva che anche l’opera più astratta, più velleitaria, più assolutamente lontana da un’ottica razionale, rimane sempre, nella sua dimensione di fatto, una realtà fisica e determinata, che si realizza con l’ingresso del libro nello spazio della cultura e della vita, incapace di sfuggire a concrete ragioni e a rapporti riconoscibili ed identificabili.
In altre parole la letteratura è un prodotto umano, fatto da uomini che lottano tra loro e che si sforzano di riconoscere la realtà in cui sono inseriti; i libri, dunque, sono storicamente modi con cui gli scrittori presentano se stessi, la propria patria, la propria cultura, la propria presenza sulla scena del mondo, definendo, conquistando o perdendo delle posizioni sia ideali sia materiali.
I prodotti letterari sono voci di esperienze che rivendicano la loro presenza, che rispondono al richiamo dei tempi con cui gli individui e i gruppi sociali si ritrovano a combattere; ogni opera che conti deve dunque rispondere alla chiamata della storia, facendosi avanti per affermare delle ragioni concrete, che diano prova di sé su un terreno necessariamente conflittuale, al di là della astrazioni e degli idealismi.
Quella di Dionisotti è una grande storiografia della concretezza e della razionalità, saldamente ancorata ad una altrettanto forte nozione della concretezza e della razionalità dei fatti letterari, della loro natura conflittuale, del loro strettissimo radicarsi nei conflitti degli uomini e in quelle urgenze continue che la storia pone, non in termini idealistici ma nel concreto darsi di fatti e situazioni.

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