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La dinamica sociale del miracolo economico in Italia


UN NUOVO MODELLO DI INTEGRAZIONE SOCIALE? Non c'è alcun dubbio che la dinamica sociale del miracolo economico aveva contribuito ad accentuare l'atomizzazione della società civile. Il ruolo del singolo nucleo familiare divenne più importante di prima e le nuove strutture urbane contribuirono ad isolare le famiglie, più ristrette di numero, in piccoli e confortevoli appartamenti che di contro offrivano pochi spazi per la vita comunitaria. Le donne diventarono il principale obiettivo del nuovo consumismo e l'enfatizzazione del loro ruolo casalingo ne accentuò l'isolamento. Era nato un nuovo modello di integrazione sociale, di cui non furono felici né democristiani né comunisti. I primi vedevano crollare il vecchio modello familiare, i valori cattolici e la morale; i secondi vedevano svanire il mito dell'azione collettiva.
La trasformazione non fu però così univoca e rappresentò effettivamente una vera liberazione dai vecchi vincoli. Per la prima volta la maggior parte della popolazione viveva decentemente e si nutriva abbondantemente; i vecchi modelli familiari autoritari crollavano e i giovani godevano di una libertà mai conosciuta prima; furono soprattutto le fabbriche, però, a infrangere ogni facile profezia sulla rapida integrazione sociale: l'ingresso di meridionali nelle fabbriche del nord non si tradusse affatto, come vedremo, in una minore conflittualità o nella pace sociale, ma fu l'inizio di un processo ventennale di lotte collettive.

Tratto da STORIA CONTEMPORANEA di Gherardo Fabretti
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