Filologia, cibernetica e informatica

Su quale terreno si può costruire una convergenza tra filologia, linguistica, cibernetica e informatica? Probabilmente sull’idea di comunicazione come continuo patteggiamento. comunque dai capitoli prima abbiamo visto come vi siano due linee di apertura distinte alla tecnologia: a)una che si muove nell’universo dell’umanista tradizionale, secondo cui è necessario preservare la memoria; l’altra b) punto di vista posttestuale, con radici nell’arte ed estetica del primo 900. Si incrinano idee come quelle dell' unicità ed originalità dell’opera, sotto la pressione delle nuove tecnologie di riproduzione e diffusione dell'opera d’arte.
A partire dagli anni 60 il computer diventa terreno di coltura d'insieme di questi nuovi movimenti intellettuali. Oggi in rete si incontrano psicologia, scrittura, pedagogia multimediale e filologia elettronica. Il dialogo è necessario. Oggi si corre il rischio di analizzare testualmente la realtà digitale, come i primi paleontologi furon tentati di interpretare come scrittura i segni e le pitture dei cavernicoli. Quindi anche lo sguardo, le interpretazioni, devono cambiare. Se la filologia vuole continuare ad analizzare la realtà deve attingere da forme espressive coeve, dialogando con il tipo di segnicità proprio di quest’epoca. La disciplina va rifondata, studiando strutture di comunicazione coinvolte nell’opera multimediale, mezzi tecnici ecc. Oggi nella scrittura c’è solo un processo. La scrittura moderna è complessa. Oggi la filologia come metodo di ricostruzione del passato è in crisi, perché non c’è passato se una pagina web si rigenera di continuo. Bisogna dunque fondare una nuova metodologia grazie a un nuovo curriculum: filosofia, letteratura, informatica, storia, linguistica sociologia, scienza cognitiva ecc devono unire le forze. Per incidere veramente sulla realtà. L’innovazione tecnologica fa emergere mestieri ibridi e spazi di sperimentazione. E’ancora un momento del genere, prima che si fissino cartelli e istituzioni.