Le commedie e gli entremeses di Cervantes (1615)
Raccolta teatrale pubblicata nel 1615 col nome di Ocho comedias y ocho entremeses. Non riscossero molto successo, accusate a livello formale di versificazione maldestra e di alcune mancanze strutturali. Il teatro cervantino, in effetti, vuole essenzialmente mostrare articolatamente varie situazioni culturali ed esistenziali che ruotano attorno a principi di scontata validità. Non è un male rappresentare nell’opera teatrale un quadro della società contemporanea, con le conquiste spirituali dell’uomo, col suo patriottismo, col suo amore e la sua santità, ma lo diventa quando si pretende di tratteggiare questi caratteri con fredde posizioni didascaliche, raffreddando la letterarietà dell’opera. Fortunatamente le suggestioni controriformistiche non riescono sempre a intaccare la verve letteraria di Cervantes, che, così profondamente stuzzicata dall’eclettismo dello scrittore (forse alla ricerca di un messaggio artistico particolare), tocca, con la sua opera, tutte le tematiche della commedia, da quella a sfondo agiografico a quella a sfondo picaresco. Abbiamo così El rufiàn dichoso, dove la catarsi del protagonista, che sa molto di suggestioni tridentine, non intacca fortunatamente le bellissime descrizioni del colorato mondo picaresco sivigliano, o La Entretenida, che fa il verso allo stesso genere della commedia, presentando polemicamente un finale con la generale delusione di tutti gli innamorati, e non la consueta serie di matrimoni.
Gli entremeses (=intermezzi) cervantini sono i migliori nel loro genere, per la loro capacità di fissare efficacemente e rapidamente i tipi umani descritti. Cervantes rappresenta quadretti di vita vissuta che un efficace linguaggio teatrale corporizza fin nei minimi dettagli. I finali, di solito a ballo o con l’intervento di un deus ex machina, servivano a rompere la fissità dello schema dell’intreccio introducendo la “vita” vera. Più forte, com’era classico in epoca barocca, la dimensione onirica più che quella reale: la prima è la dimensione per rifugiarsi dalla seconda, di solito sguaiata e abnorme. Nella raccolta uno studioso, Balbìn, ha trovato una scelta organizzativa dei moduli molto precisa: i primi due entremeses hanno come tema il matrimonio, poi vengono presentati motivi del mondo sociale e cittadino, poi viene ripreso il tema matrimoniale ma nella variante dell’infedeltà.
La comicità degli entremeses non sta tanto nelle beffe, quanto nelle reazioni ipocrite, malevole e presuntuose delle vittime, che fanno una cosa pur rivelandone implicitamente un’altra, che è tutto il suo contrario. Poco farraginoso psicologismo, e una impostazione morale diluita: gli entremeses sono dei fulminei flash di comicità fotografica. Ricordiamo il Retablo de las maravillas e Il viejo celoso.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Letteratura spagnola
- Docente: Prof. Candido Panebianco
- Titolo del libro: Storia della letteratura spagnola
- Autore del libro: Samona - Mancini - Guazzelli - Martinengo - Di Pinto - Rossi
- Editore: Bur
- Anno pubblicazione: 1998
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