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De un cancionero apocrifo (1924 – 1936) di A. Machado


Esso è certamente uno dei libri più belli di Machado: meno omogeneo di Soledades e Galerias ma meno discontinuo di Campos de Castilla e Nueva Canciones. La raccolta sembra una novella Vita Nuova, in prosimetri armonici e delicati. Nel primo vi parafrasa o vi cita Abel Martin, nel secondo Juan de Mairena, nella parte finale c’è un solo tema dominante: amore e morte. Non nel senso romantico, narcisistico e possessivo, ma come due momenti distinti (la morte di Abel Martin e l’amore per Guiomar) del dialogo dell’uomo col nulla. Dopo la morte di Abel Martin esce Juan de Mairena, discepolo ironico e maestro socratico, disponibile alla storicità e ai suoi problemi, in definitiva all’universo della praxis. Juan de Mairena si intitola infatti l’ultimo libro di Machado, una delle più ricche e importanti opere in prosa del Novecento.

Tratto da LETTERATURA SPAGNOLA di Gherardo Fabretti
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