L'abisso di Ungaretti
L'abisso di Ungaretti
Alle origini della poesia ungarettiana, e per tutta la sua durata, stanno un sentimento dello spazio che tende ad un altro luogo, ad un'altra dimensione, e un sentimento del tempo che è di rottura col tempo, un' aspirazione a essere scagliato dalla fionda del tempo in un altro tempo. La discussione è ampiamente visibile in Perché?, dove si pone in termini radicali questo duplice tema di base della poesia ungarettiana.
Ha bisogno di qualche ristoro
il mio buio cuore disperso
Negli incastri fangosi dei sassi
come un'erba di questa contrada
vuole tremare piano alla luce
Ma io non sono
nella fionda del tempo
che la scaglia dei sassi tarlati
dell'improvvisa strada
di guerra
Da quando
ha guardato nel viso
immortale del mondo
questo pazzo ha voluto sapere
cadendo nel labirinto
del suo cuore crucciato
Si è appiattito
come una rotaia
il mio cuore in ascoltazione
ma si scopriva a seguire
come una scia
una scomparsa navigazione
Guardo l'orizzonte
che si vaiola di crateri
Il mio cuore vuole illuminarsi
come questa notte
almeno di zampilli di razzi
Reggo il mio cuore
che s'incaverna
e schianta e rintrona
come un proiettile
nella pianura
ma non mi lascia
neanche un segno di volo
Il mio povero cuore
sbigottito
di non sapere
La scomparsa navigazione di cui parla la lirica è forse quella del cammino per mare che portava al porto sepolto intorno a cui nasce la poesia di Ungaretti come ricerca e celebrazione di una perdita, di un'assenza. Quello del poeta è però uno strano viaggio, se si dirige verso il basso, verso il labirinto, verso l'abisso, dove si trovano insieme le profondità misteriose dell'uomo, e l'origine della parola autentica qual è la parola dalla poesia.
L'uomo si porta dentro una profondità che deve necessariamente riattingere, perché egli si senta veramente uomo e veramente poeta. In questo abisso egli può ritrovare, oltre il buio, la luce del primo istante del mondo e di sé. L'Allegria si chiude con una Preghiera che postula il ritorno all'abisso, il naufragio come risveglio nell'innocenza della prima crrezione.
Continua a leggere:
- Successivo: Ungaretti e la metafora del viaggio
- Precedente: Il fantasma materno di Montale
Dettagli appunto:
-
Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Letteratura italiana moderna e contemporanea
- Docente: Giuseppe Savoca
Altri appunti correlati:
- Psicologia generale
- Psicologia Generale
- Psicologia Fisiologica
- Psicologia Generale
- Appunti di antropologia visuale
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Il tempio di Gerusalemme, "figura della casa del Padre". Commento di Luca 2, 41-52
- Fantastico landolfiano. Fuga e ritorno alla casa come viaggio di iniziazione nella Pietra lunare di Tommaso Landolfi.
- Il personaggio nella poesia di Giorgio Caproni: la donna
- Correlazione tra funzione masticatoria e cognitiva nel paziente post-ictus: considerazioni clinico-riabilitative dall'analisi di dati sperimentali
- Lo stereotipo come ostacolo culturale alla promozione turistica
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.