La Patristica greca
Il risveglio dell’interesse per la trattazione di tematiche di ordine metafisico, è l’elemento che più di tutti contraddistingue la Patristica greca da quella latina, interessata più che altro a tematiche morali ed etiche. Grande è l’influenza, sia per la Patristica greca che per quella latina, del Platonismo/Neoplatonismo (non si faceva differenza tra le due filosofie, perché si ignoravano le sottili differenze che sussistevano tra le due scuole di pensiero), adattato però alle esigenze della religione cristiana. Non a caso si parla di Platonismo dei Padri. I Padri scelsero la filosofia platonica/neoplatonica, perché meno distante dalla religione cristiana: esistono infatti dei parallelismi tra la figura del Demiurgo in Platone e del Padre nella religione cristiana, o tra il nous e il Verbo, ed esistono delle affinità anche sull’idea dell’immortalità dell’anima.
La Patristica greca comprendeva quattro scuole:
1) Scuola dei Padri apologisti (I e II secolo): i più importanti rappresentanti sono Giustino, Taziano, Atenagora e Ireneo;
2) Scuola di Alessandria (dal III alla metà del V secolo): i maggiori rappresentanti sono Clemente e Origene;
3) Scuola dei Cappadoci (dal III alla metà del V secolo): i maggiori esponenti sono Gregorio di Nazianzio, Basilio e Gregorio di Nissa;
4) Scuola di Bisanzio (dalla seconda metà del V alla fine dell’VIII secolo): esponenti degni di nota sono Dionigi Aeropagita (altrimenti conosciuto come Pseudo-Dionigi), Massimo il Confessore e Giovanni Damasceno.
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