La diffusa condizione di belligerenza (1600)
Non siamo d'accordo con Schumpeter quando sostiene che l'imperialismo è la disposizione priva di oggetto, da parte di uno Stato, all'espansione violenta e intollerante dei confini perchè l'oggetto era sempre presente, la conquista non fu sempre illimitata e violenta e nessuno di questi imperialismi, almeno all'inizio, fu una creazione dello Stato. È pur vero però, come dice sempre Schumpeter, che l'imperialsimo fu l'espressione ideologica formale di “inclinazione arazionali e irrazionali, puramente istintiva, alla guerra e alla conquista”. Belligeranza e espansionismo in America sono inscindibili e, almeno in una fase, le conquiste sono state giustificate con il linguaggio della guerra. La belligeranza è una condizione intrinseca dell'uomo, e nemmeno Sparta e Venezia, le repubbliche più durature della storia, sono riuscite a sottrarvisi, con le conseguenze conosciute da tutti. Questo desiderio di belligerenza, di espansione territoriale era legato ad un codice di valori aristocratici che avevano avuto una parte fondamentale nella nascita dei primi imperi d'oltremare. L'espansione infatti non era solo promessa di accumulo di risorse preziose e commerci, ma anche di una promozione sociale ben difficile da poter raggiunger percorrendo strade differenti. Fu la Spagna ad inaugurare questa idea e fu seguita ben presto dall'Inghilterra, ansiosa di imitare i successi inglesi: pensiamo a Francis Drake, alla concessione di Enrico VII a Giovanni Caboto che riprendeva nei toni la bolla papale spagnola, e Elisabetta I con sir Walter Raleigh. Del resto rimane ancora una volta la radice romana dell'ispirazione perchè non solo sulla pietas ma anche sulla gloria Roma era stata costruita. Interessante l'opinione di Robert Johnson che nel 1609 sosteneva una forte analogia tra Roma e l'Inghilterra perchè entrambe dopo le molte conquiste non avevano più fame; Johnson sosteneva che le conquiste americane avrebbero rimesso in moto l'entusiasmo inglese, e le parole di esortazione di Raleigh sulla gloria imperitura che avrebbero ricevuto cristianizzando i barbari e acculturandoli, sembrava testimoniare quale fosse la politica inglese.Una politica seguita di pari passo anche dalla Francia se Andrè Thevet, cosmografo di Enrico IV, raccomandava di non restare
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Autore:
Gherardo Fabretti
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- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia moderna
- Docente: Gino Longhitano
- Titolo del libro: Signori del Mondo
- Autore del libro: Anthony Pagden
- Editore: Il Mulino
- Anno pubblicazione: 1995
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