L'interesse della Spagna per i metalli
L'interesse della Spagna per i metalli
Diciamo insomma che l'interesse iniziale per la ricerca dei metalli, una volta frustrata dal riconoscimento lampante della loro assenza nei territori francesi e inglesi, spinse questi ultimi a mutare mira, dedicandosi al commercio e all'agricoltura e negando spesso qualsiasi loro interesse iniziale per la ricerca metallifera, specie dopo che l'abbondanza aurifea spagnola si rivelò più che un eldorado, un calice avvelenato. Molti spagnoli stessi finirono per condividere l'idea: Diego Saavedra Fajardo disse che l'oro stava sotto terra perché l'uomo si servisse di quel poco che gli era necessario, quello utile in vista di un fine. La ricchezza infinita d'oro nelle mani degli spagnoli finì per rivelarsi una bomba tra le mani, poiché i regnanti iberici dimenticarono, come ricordò loro Adam Smith, che l'oro e l'argento erano così importanti perché ridotta era la loro reperibilità e che il loro era un valore convenzionale che man mano che aumentavano le quote finiva per ridursi. Montesqueiu considerò una benedizione che le altre nazioni non avessero accolto Colombo, paragonando la Spagna ad un re Mida senza un dio a cui poter chiedere soccorso.
L'inflazionamhento dell'oro recherà altri guai alla Spagna. Il primo fu la formazione di una economia domestica, rigida e limitata. Il secondo fu una dipendenza strettissima tra colonie e madre patria, mentre le colonie francesi e inglesi furono per molto tempo trascurate. Se è vero che le colonie spagnole erano le più organizzate, è pur vero che erano quelle con meno libertà di manovra (e il soffocamento della rivolta dei fratelli Pizarro lo dimostra) perché ridotte a semplici fornitrici di metallo biondo, senza nessuna possibilità di sviluppo commerciale. Un torpamento che fu deleterio anche per la madre patria. L'ostinazione dell'impero spagnolo portò ad un'altra conseguenza: l'argento e l'oro utilizzati per finanziare le guerre spagnole contro Olandesi, Francesi e Inglesi, andavano dritto dritto nelle tasche dei banchieri stranieri allo scopo di tenere in piedi la reputazione del Re Cattolico. L'unione tra ostinazione nella ricerca d'oro e d'argento come unica attività coloniale principale e quella nel promuovere l'ethos militare, l'antico spirito di conquista, da tempo abbandonato negli altri paesi, fu un mix letale per un paese che non aveva fatto fruttare le sue ingenti risorse auree per fortificare e differenziare la sua economia in tutto il suo Impero, che era solo una sorta di federazione di territori difficilmente gestibili, a vantaggio di economie meno incentrate sull'oro e più commercialmente competitive, come l'Inghilterra e la Francia. Eppure senza la conquista e l'argento la Spagna sarebbe stata scalzata da ogni suo possedimento e Campomanes ricorda a Montesqueiu che l'ironia francese è fuori luogo perché seppur la Spagna abbia dimostrato scarsa chiaroveggenza economica, senza i metalli preziosi non avrebbe potuto tenere in piedi nemmeno una colonia in India. Del resto, ogni paese avrebbe fatto la stessa cosa.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
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- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia moderna
- Docente: Gino Longhitano
- Titolo del libro: Signori del Mondo
- Autore del libro: Anthony Pagden
- Editore: Il Mulino
- Anno pubblicazione: 1995
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