Le milizie private in Iraq
Tra i settori dati in appalto, c’è anche quello – molto delicato – della sicurezza, secondo una tendenza alla privatizzazione che sembra essere una delle caratteristiche delle guerre nel terzo millennio. Nelle fonti esaminate, è chiaro come in Iraq siano stati impiegati decine di migliaia di contractors (45.000 secondo l’autore di No End in Sight), ovvero soldati a pagamento.
Questi mercenari – che ricevono stipendi altissimi - sono impreparati ad affrontare situazioni di guerra, sia dal punto di vista fisico che psicologico, in quanto non hanno avuto un training di tipo militare. Spesso non hanno neanche equipaggiamenti e automezzi adeguati:
Quando i tipi della Global Security giravano in auto per la città […] se incappavano in una RPG o in uno scontro a fuoco di armi leggere continuavano a sparare fino a far fuori tutto e tutti attorno. Correva voce che avessero fatto fuori quarantasei persone in una situazione del genere […] Loro arrivavano con i loro SUV bianchi non blindati. Che era una cosa da fuori di testa, a mio parere, visto che era già abbastanza pericoloso girare per la città a bordo di un veicolo corazzato […] L’unica cosa che sapevo è che facevano molti, molti più soldi di me, del tipo che avevano stipendi a sei cifre, quando io ne guadagnavo solo una parte infinitesimale.
Scrive un fante della Guardia Nazionale a M. Moore:
Un contractor della Blackwater porta a casa quindicimila dollari al mese per fare lo stesso mestiere che facciamo io e i miei compagni. Io quaggiù guadagno circa quattromila dollari al mese. Com’è ‘sta storia?
I contractors in Iraq sono stati utilizzati molto spesso per gli interrogatori di presunti terroristi nelle carceri e si sono macchiati di gravi crimini contro i civili. Il documentario No End in Sight ad esempio mostra un video originale in cui alcuni di questi militari a pagamento sparano da un automezzo su civili inermi, ascoltando musica folk. Non essendo però militari, i contractors non possono essere perseguiti per i reati che hanno commesso in guerra:
Quando i comandanti dell’esercito seppero dei proiettili usati nella sparatoria, diffidarono ufficialmente le compagnie private dall’utilizzo di munizioni che non rispettassero i parametri ufficiali. Ma non c’era modo di applicare una simile norma – come ogni altra regola che l’esercito voleva imporre alle società di sicurezza. Erano al di sopra delle leggi militari.
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Autore:
Isabella Baricchi
[Visita la sua tesi: "Il mondo di Padania. La costruzione dell'identità fra capi, guerrieri, fattrici e scudieri"]
- Università: Università degli Studi di Bologna
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Corso: Teorie della Comunicazione
- Esame: Modelli di comunicazione storica nel Nord America
- Docente: Elena Lamberti
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