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Logica e termini universali in Guglielmo di Ockham



Ockham parte da un problema logico per poi sviluppare la discussione sugli universali e sull’esistenza di Dio. Il suo scritto più importante è la Summa totius logicae. Esso segue l’ordine degli argomenti utilizzato da Aristotele: parte dal problema dei termini, poi passa alle proposizioni e infine quello dei ragionamenti o sillogismi. Termine è ciò che entra o può entrar a far parte di una proposizione. Egli distingue tra termini mentali, orali o scritti. Quelli orali e scritti sono convenzionali (si pensi alle diverse lingue). Il termine mentale è il segno naturale di una cosa e non ha pertanto alcuna convenzionalità. Diversamente dalle parole essi sono predicabili di più cose ed in questo senso sono universali. Ockham però rifiuta tutte le forma di realismo che considerano gli universali come esistenti realmente, anche solo in potenza, nelle cose stesse. Ockham è stato considerato un nominalista ma non alla stregua di Roscellino che considera gli universali soltanto suoni: Ockham li considera appunto segni ed essi non sono istituiti arbitrariamente, ma sono naturali in quanto sono prodotti nell’anima delle cose stesse di cui sono segno. Questo non vuol dire che i segni sono rappresentazioni o immagini delle cose. Ma sono segno delle cose così come il fumo lo è del fuoco.

Tratto da LA FILOSOFIA NEL MEDIOEVO di Carlo Cilia
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