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Intelligenza artificiale e risoluzione automatica dei problemi


Abbiamo visto quindi che i primi programmi dell’IA erano dedicati alla risoluzione automatica dei problemi quali il gioco della dama o degli scacchi, ma l’attenzione attraverso gli anni si è spostata su altri aspetti, ad esempio i metodi della rappresentazione della conoscenza.
È facilmente intuibile che lo scopo principe dell’IA è la costruzione di sistemi capaci di autonomia. In realtà in maniera più specifica si parla di autonomia interattiva, ossia la capacità che una macchina deve avere di risolvere un problema interagendo con il “mondo” che un programmatore gli propone (ossia passare da uno stato iniziale di cose, ad uno stato finale attraverso meccanismi che non dipendono dall’intervento umano, se non nell’attività di “limitazione” delle azioni della macchina). Questo problema prende il nome di ricerca automatica di soluzioni nello spazio degli stati. Per spazio degli stati si intende l’insieme degli stati in cui un robot può venirsi a trovare eseguendo un’azione, tra quelle che esso sa fare e che sono possibili in un certo stato. È importante sottolineare il fatto che per ragionare nello spazio degli stati dobbiamo inevitabilmente tralasciare i dettagli. Una volta fatto questo processo di astrazione (che si concretizza ad esempio nell’evitare di descrivere minuziosamente lo spazio in cui il robot deve agire) si possono creare delle regole attraverso le quali il robot deve agire in un determinato “spazio”.

Tratto da INTELLIGENZA ARTIFICIALE di Carlo Cilia
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