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Elementi neopitagorici nel neoplatonismo



Essi sono importanti per la loro capacità di rivestire o colorire quelle strutture teoriche che rendono peculiari le novità dottrinali del neoplatonismo a cominciare dalla teoria dell’Uno/molti. Il rapporto tra l’Uno e i molti nasce nel Parmenide e lì resta senza una chiara soluzione. Di esso sono state fatte letture più o meno scherzose fin quando i neoplatonici non hanno deciso di farlo proprio, producendo in questo modo la fase più matura del neoplatonismo. L’altro elemento di spicco è la nozione di autonomia degli enti matematici. Il pitagorismo classico aveva sentito molto forte l’esigenza di creare una cerniera ontologica tra il mondo intelligibile e il mondo naturale e lo aveva fatto attraverso gli enti matematici. Il neopitagorismo rispetto a quello classico accentuò la differenza tra le idee, legate all’intelligibile e le idee-numeri, enti matematici autonomi. Un terzo elemento è il simbolismo matematico. I neo pitagorici consideravano i numeri, oltre che essenze delle cose, anche simboli della loro natura non fisica. Alcune dottrine riducevano alcune scienze matematiche a scienze teologiche. I numeri allora erano considerati dei simboli ovvero strumenti di rappresentazione e di conoscenza della natura nascosta delle cose, quali prodotti delle potenze divine. Infine vanno ricordati la nozione di opposizione/contrarietà (il neopitagorismo era caratterizzato dalla dottrina degli opposti => limite/illimitato, dispari/pari) di armonia (inteso come equilibrio degli opposti (che si esplica nell’armonia universale) e di gerarchia (o serialità) che nel platonismo riguarda i rapporti a livello ontologico tra l’Uno e le sue progressive emanazioni).

Tratto da IL NEOPLATONISMO di Carlo Cilia
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