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Le fonti storiche sono “fuzzy” (nebulose/non limpide)


Tuttavia le fonti storiche sono definite “fuzzy” cioè nebulose, non limpide, e non si prestano facilmente ad essere tradotte in modelli formali di rappresentazione (ad es. per difficoltà scaturite dal linguaggio, spesso approssimativo e allusivo, ricco sinonimi e di varianti, testuali, ortografiche…). Su questo punto le riflessioni condotte hanno messo in evidenza come esistano due filosofie opposte; la prima “model oriented”, pone l’accento sui fatti, sulle informazioni, sui dati utili da rilevare; la seconda “source oriented” sottolinea l’importanza di tradurre più fedelmente possibile la struttura e il linguaggio della fonte e di salvaguardare il contesto documentario originario. Per questo motivo è stato messo a punto un software dedicato agli storici in grado di gestire una vera e propria historical workstation in grado di soddisfare le molteplici esigenze di trattamento informatico della fonte storica rispettandone caratteri e peculiarità. A partire dagli anni 90 in seguito alla diffusione di internet e all’avvento dei sistemi di digitalizzazione delle immagini, si sono resi possibili strumenti di riproduzione integrale della documentazione. La possibilità di riprodurre in formato digitale i testi senza perderne alcune sue funzionalità è offerta dai metalinguaggi di marcatura (sgml,xml, dtd, tag..); si tratta di un’operazione di ricodificazione dell’informazione in un formato diverso da quello da cui ha avuto origine; un’operazione che tuttavia può provocare la perdita di alcune informazioni, ma allo stesso tempo dei vantaggi (facilità di archiviazione, accesso e comunicazione…).

Tratto da GLI ARCHIVI TRA PASSATO E PRESENTE di Alessia Muliere
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