Etica stoica. Virtù come bene assoluto
Ma passando all’età adulta nell’uomo si sviluppa la ragione che fa nascere in lui altri desideri che non siano quelli innati. Essa in particolare conduce alla conclusione che è la virtù ciò che è proprio dell’uomo. Per gli esseri adulti e razionali vivere secondo natura vuol dire vivere secondo ragione e viceversa. È attraverso la ragione allora che si può conoscere il bene (T 157). La suprema forma morale si riassume nel vivere secondo virtù: è la virtù un dovere perfetto nonché bene assoluto. È vero che la ricchezza è preferibile alla povertà, ma non è un ingrediente della virtù, perché si può essere buoni sia da ricchi che da poveri. Bene = virtù, male = vizio, per gli stoici tutto il resto è superfluo, anche la vita e la morte che sono da essi definite indifferenti. È vero però che alla morte è preferibile la vita, ma in certi casi alla vita è preferibile la morte, ossia in quei casi in cui la vita sia di impedimento per l’esercizio della virtù.
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Dettagli appunto:
- Autore: Carlo Cilia
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Filosofia antica
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