Pensiero e religione in Voltaire
E' lotta contro la religione degenerata in superstizione, non contro la religione in quanto tale. Una religione popolare e deista è necessaria come elemento di ordine, e "se Dio non ci fosse bisognerebbe inventarlo", ma "ogni dogma è ridicolo, forzare qualcuno a credere è assurdo. Limitati a costringere a vivere bene. " In campo politico Voltaire si mosse sempre, nonostante le delusioni, per un orientamento politico che vede nella legge e nell'autorità dello stato la garanzia contro il privilegio feudale, e in questo senso egli è favorevole alla monarchia assoluta (non dispotica). Nella storiografia, campo che lo appassionò per tutta la vita, egli ad una storia provvidenzialistica e teologica, volle sostituire una storia "filosofica". Queste idee trovano attuazione nel capolavoro sull'età del Re sole, Il secolo di Luigi XIV, dove è appunto il secolo, non più il re, il protagonista. Nel Candido, che è senza dubbio la sua opera più celebre, ingenuo ottimista, e del suo maestro, il leibniziano Panglos, sono mostrate con ironia i dolori, le sofferenze, le ingiustizie, le tragiche casualità che attraversano la vita quotidiana dell'uomo su questo " atomo di fango" che è la Terra. Che fare una volta distrutto il mito del "migliore dei mondi possibili"? Bisogna coltivare il nostro orticello, è la celeberrima risposta voltariana. L'ottimismo metafisico è falso, ma vi è un altro ottimismo, quello della raion (consapevole dei suoi limiti), per quella "rivoluzione degli spiriti ", che costituisce per Voltaire il senso stesso della filosofia.
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Dettagli appunto:
- Autore: Carlo Cilia
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia della filosofia moderna
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