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MARSHALL : domanda e offerta


Egli ritiene che per mantenere un elevato livello di realismo, senza ripudiare la costruzione analitica del marginalismo, segue 2 livelli:
1) si muove all'interno dell'approccio basato sull'utilità marginale, ma pone l'enfasi sullo studio degli "equilibri parziali", così da approfondire il comportamento dell'impresa concorrenziale in condizioni di mercato date.
2) mette in discussione i presupposti dello schema neoclassico reintroducendo i fattori istituzionali, per aumentare il grado di realismo della spiegazione economica e perché convinto che l'economia possa contribuire all'analisi concreta solo rifiutando l'astrazione dell' "uomo economico" e estendendo la sua analisi a fattori istituzionali: quindi i fini non devono essere considerati soltanto dati e la scelta dei mezzi per il loro perseguimento non può limitarsi a supporre la massimizzazione dell'interesse individuale.
In particolare, la scelta dei mezzi e dei fini è influenzata da valori condivisi, cioè da fattori di natura istituzionale che orientano l'azione individuale: ciò gli permette di conseguire un maggior livello di realismo.
I fini che gli uomini vogliono perseguire non sono determinati biologicamente come gli animali, perché solo nella fase primitiva il condizionamento biologico gioca un ruolo fondamentale.
Successivamente sono le attività che determinano l'emergenza di nuovi bisogni e non viceversa. Per attività, Marshall intende quelle forme di organizzazione economica costituite dallo sviluppo della libera attività produttiva e della libera iniziativa, che riflettono un processo di emancipazione progressiva dall'influenza dei costumi tradizionali e stimolano la formazione di aspetti del carattere umano (spirito d'iniziativa, capacità di risparmio). I bisogni variano quindi nel tempo e sono socialmente condizionati, nel senso che sono influenzati dalle attività che a loro volta stimolano nuovi bisogni.

Inoltre le attività sono importanti:
-dal lato della domanda: per chiarire l'origine e il cambiamento dei bisogni;
-dal lato dell'offerta: per spiegare il comportamento dell'offerta.

Marshall ritiene che l'offerta di lavoro tenda a crescere con l'aumento del salario e quella di risparmio con il tasso di interesse, ma ciò accade solo in quei contesti in cui le attività hanno stimolato la formazione di determinati valori: per cui sarà offerto più lavoro al crescere della retribuzione, laddove è presente spirito d'iniziativa e fermezza di carattere; e sarà offerto più risparmio al crescere dell'interesse, laddove è presente una capacità di razionalizzazione del consumo in funzione del futuro.

Il comportamento dell'attore, sul quale costruisce la teoria neoclassica, per valutarne gli effetti in termini di efficienza allocativa, presuppone dunque un sistema di valori condivisi che orienti e legittimi il comportamento massimizzante del singolo individuo. Dove ciò non si verifica, come nei contesti arretrati, si hanno risultati empirici diversi: per es un aumento del salario può determinare una riduzione piuttosto che una aumento dell'offerta di lavoro.
La soluzione che Marshall adotta per uscire da dilemma consiste nell'ipotizzare un processo di evoluzione economica che porta alla progressiva convergenza istituzionale e legittima quindi la generalizzazione. Però essa va incontro però a quella variabilità e relatività dei comportamenti che limita la generalizzazione teorica.
Sotto la spinta delle attività, il freno dei costumi tradizionali alla normalizzazione dei mercati viene gradualmente eroso e quindi poi si affermano quei valori congruenti con la crescita dell'industria e della libera iniziativa.

Tratto da SOCIOLOGIA ECONOMICA di Antonio Amato
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