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Testi normativi unificati nei regni nordici


Un passo importante è costituito dalla redazione di testi normativi unificati per ognuno dei regni nordici: nel caso della Danimarca nel 1241; mentre per la Norvegia, nel 1274; e per la Svezia, intorno al 1350.
L’unificazione non è totale, in quanto si manteneva comunque una normativa distinta per le campagne e per le città; una bipartizione, questa, che verrà eliminata solo nel ‘6-700.
Anche a prescindere da questa bipartizione, l’unificazione non fu però immediata, e in particolare per la Svezia sembra che i nuovi testi abbiano per un tempo rilevante convissuto nella prassi con le leggi provinciali.
Sino ai secoli XVII-XVIII, i testi che abbiamo citato non subirono modifiche o revisioni di particolare rilievo.
L’attaccamento alle radici è d'altronde ben mostrato dal fatto che in Svezia nel 1608, Carlo IX autorizzò le corti ad utilizzare come fonti sussidiarie le antiche leggi provinciali.
La necessità di disporre di testi più moderni, diventa particolarmente sentita in tutto il nord Europa verso la metà del XVII secolo, su impulso del pensiero giusnaturalista e razionalista.

I primi a giungere alla revisione dei testi medievali furono i danesi, con la promulgazione, da parte di Cristiano V nel 1683, del Danske Lov, promulgato in una versione molto simile per la Norvegia (Norske Lov) nel 1687.
E’ stato discusso se questo testo sia più propriamente classificabile come una compilazione, sottolineando il suo carattere di riordinamento di norme vigenti, o piuttosto come una codificazione, ricordando come esso volesse fissare i principi di base tralasciando le norme più transeunti.
A parte il problema delle definizioni, è certo che esso non rappresenta comunque un punto di rottura, o comunque di svolta radicale nell’evoluzione dell’ordinamento.

Lo stesso vale per il corrispondente testo che verrà promulgato in Svezia nel 1734, dopo circa mezzo secolo di iter legislativo, ossia lo Sveriges Rikes Lag (“legge del regno di Svezia”), che diventerà ovviamente diritto vigente anche in Finlandia.
Il Rikes Lag poneva fine alla bipartizione tra diritto rurale e diritto cittadino, applicandosi a tutto il territorio della Svezia, anche se venivano mantenute corti distinte, che saranno unificate solo nel 1971.
Nel contenuto, si era data in linea di massima la preferenza alle soluzioni della legislazione cittadina per le materie di commercio, e a quelle della legislazione rurale per il regime della proprietà immobiliare.
Si tratta di un opera a carattere nettamente casistico che non privilegia né la sistematicità, né la capacità di astrazione, ma la concretezza nella descrizione dei fatti a cui collegare effetti giuridici.
La lingua è volutamente arcaica, in misura sufficiente a incutere rispetto senza pregiudicare la comprensione.
Al tempo stesso, al di fuori della casistica, l’interprete è lasciato all’oscuro, non soccorrendo clausole generali e presupponendo “lo svolgimento dal parte del giudice di una attività integrativa secondo coscienza e sapienza”.
L’estrema, didascalica, corrispondenza alla realtà della propria epoca e la scarsità di clausole generali non li rendevano di facile adattabilità e mutate condizioni.
Come il Landsrecht prussiano, anche il Rikes Lag e il Danske Lov erano l’immagine di società he stavano per cambiare la propria architettura sociale e politica.

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