Teoria e prassi della regola Stare Decisis
Teoria e prassi della regola stare decisis
Le definizioni classiche della regola sono apparentemente semplici: “secondo la regola inglese del precedente, una corte è tenuta a seguire tutti i casi decisi da una corte ad essa superiore nella gerarchia, e le corti in grado di impugnazione (tranne la House of Lords) sono vincolate al rispetto delle proprie decisioni precedenti”.
Per comprendere però il concreto significato della regola stare decisis e il suo effettivo funzionamento, e quindi i vari strumenti a disposizione del giudice per eluderla, è utile da un lato avere presente l’organizzazione giudiziaria inglese in cui si collega la distinzione tra operatività verticale ed orizzontale della regola, e dall’altro la distinzione tra ratio decidendi e obiter dictum:
Operatività verticale ed orizzontale della regola del precedente
In modo molto schematico si ricorda che il primo grado di giudizio, per le cause civili di scarso valore economico e per i reati di minore allarme sociale, si svolge rispettivamente presso le county courts e le magistrate’s courts; la competenza generale in prima istanza è attribuita alla High Court in materia civile e alla Crown Court in materia penale; il secondo grado di giudizio si svolge presso la Court of Appeal; e la House of Lords, ora Supreme Court, rappresenta la massima istanza.
Per i giudici inferiori, la regola del precedente, è un corollario della gerarchia delle corti; i giudici superiori trovano invece nella dottrina del precedente in senso orizzontale un modo per perpetuare nel tempo la propria influenza, esercitando così la funzione nomofilattica.
Cominciamo dalla giurisdizione più elevata nella gerarchia.
La House of Lords deve ormai rispettare le decisioni della Corte di Giustizia europea, ma vincola tutte le corti inferiori, a meno che la sua pronuncia non sia “abrogata” da una legge successiva o sia stata emessa per incuriam, cioè omettendo di osservare una contraria norma di legge o un diverso precedente.
Inoltre, fino al 1966, era sottoposta anche all’osservanza di propri precedenti.
In quell’anno, tuttavia, la House of Lords ha annunciato, in una dichiarazione stragiudiziale, nota come “Practice Statement”, che per il futuro non si sarebbe più sentita vincolata ai propri precedenti quando ciò fosse apparso conveniente ai fini di giustizia.
Anche se la House of Lords si è servita molto cautamente del potere attribuitasi con il Practice Statement, questo riveste una considerevole importanza in quanto legittima formalmente la concezione secondo la quale i giudici svolgono un ruolo notevole nella creazione de diritto, con ciò superando in maniera aperta la teoria dichiarativa della common law.
Le decisioni della Court of Appeal vincolano tutte le corti inferiori e dunque la regola stare decisis opera efficacemente in senso verticale, mentre l’operatività della regola in senso orizzontale è stata oggetto di discussioni.
La Court of Appeal ha infine affrontato il problema con la nota sentenza Young v. Bristol Aeroplane Co. del 1944, ove afferma che essa vincola anche se stessa, con tre eccezioni, che si sono rivelate di portata piuttosto ampia: “(1) la corte ha facoltà di decidere a quale di due sentenze in conflitto, da essa stessa emesse, si atterrà; (2) la corte ha l’obbligo di rifiutare di attenersi ad una sentenza da essa stessa emessa, la quale non sia, a suo parere, compatibile con una sentenza della House of Lords; (3) la corte non ha l’obbligo di attenersi ad una sentenza da essa stessa emessa se si accerta che detta sentenza era stata pronunciata per incuriam”.
La High Court vincola solo le corti inferiori, mentre le decisioni di queste ultime non vincolano alcuno e non hanno nemmeno efficacia persuasiva considerando anche che, non essendo incluse nei Reports, non sono facilmente reperibili.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Stefano Civitelli
[Visita la sua tesi: "Danni da mobbing e tutela della persona"]
- Università: Università degli Studi di Firenze
- Facoltà: Giurisprudenza
- Esame: Sistemi Giuridici Comparati, a.a. 2006/2007
- Titolo del libro: "La tradizione giuridica occidentale" e "Diritto consuetudinario albanese"
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