Le funzioni originarie del diritto sociale “anticoncorrenziale” e le tensioni successive
I regimi pubblici limitativi della libera concorrenza nel mercato dei “diritti sociali” sono sorti con il precipuo scopo di assicurare il godimento di diritti fondamentali di prestazione sociale, in una dimensione universalistica e solidaristica, affrancata cioè dal rischio di una diseguale distribuzione delle opportunità derivante dall’apertura al mercato della titolarità e della gestione di servizi fondamentali, quali quelli riguardanti l’accesso al mercato del lavoro (il sistema del collocamento) o diretti a coprire i rischi assicurativi e previdenziali dei lavoratori (i regimi di assicurazione sociale), per non parlare di servizi ancor più “essenziali”, finalizzati a garantire la tutela della salute e le cure mediche (servizi di assistenza sanitaria).
Non è un caso che (proprio in concomitanza con la crisi del welfare state e l’avvio dei processi di ristrutturazione del rapporto fra i poteri pubblici e il mercato, caratterizzato dal trasferimento di funzioni e servizi a soggetti privati o a enti pubblici non statali) la relazione tra il diritto del lavoro e il diritto della concorrenza (o antitrust) sia stata connotata da crescenti tensioni, involgenti diverse aree della regolamentazione giuridica: fra queste, i sistemi di legislazione sociale e previdenziale.
Da questo punto di vista, se l’umus primordiale delle “relazioni pericolose” fra diritto del lavoro e diritto della concorrenza è primariamente rappresentato dalle legislazioni in varia guisa orientate a definire standard di tutela nella disciplina del rapporto di lavoro, contestualmente frapponendo ostacoli ai meccanismi di liberà concorrenzialità economica, è sul diverso versante della titolarità e gestione di servizi di interesse generale che l’infiltrazione del diritto della concorrenza è apparsa foriera delle più significative tensioni.
È il caso, come accennato, delle legislazioni nazionali sui “sistemi di collocamento”, ma soprattutto dei sistemi di regolazione dei regimi previdenziali-assicurativi, ambito al centro di un ormai cospicua giurisprudenza interpretativa della Corte di Giustizia.
La compresenza di soggetti “gestori” aventi differente natura giuridica con strutture e finalità diverse, complica infatti a dismisura il quadro di riferimento, rendendo maggiormente permeabile alle regole di concorrenza il sistema di assistenza sociale.
Questo contributo si propone di sottoporre ad esame i profili di conformità delle discipline previdenziali con i principi comunitari in tema di concorrenza.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Stefano Civitelli
[Visita la sua tesi: "Danni da mobbing e tutela della persona"]
- Università: Università degli Studi di Firenze
- Facoltà: Giurisprudenza
- Esame: Diritto del lavoro, a.a. 2007/2008
- Titolo del libro: "Diritto del Lavoro" di E. Ghera, "Solidarietà, mercato e concorrenza nel welfare italiano" di S. Sciarra
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