Il lavoro familiare e l’impresa familiare prevista dall’art. 230 bis c.c.
Un’ipotesi a sé è quella del lavoro familiare: in simili casi la prestazione di lavoro, non essendo dovuta in forza di un vincolo obbligatorio, ma resa spontaneamente nell’adempimento di un dovere familiare, è assimilabile ad una prestazione gratuita.
Tuttavia, l’art. 230 bis c.c. sembra considerare il lavoro prestato in modo continuativo nell’ambito della famiglia o dell’impresa familiare come un rapporto di tipo associativo: all’attività del lavoro del familiare non corrisponde soltanto il diritto al mantenimento, ma altresì quello ad una vera e propria partecipazione agli utili dell’impresa in proporzione alla quantità e qualità del lavoro prestato.
Con queste disposizioni si è almeno in parte superata la tradizionale presunzione di gratuità del lavoro familiare.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Stefano Civitelli
[Visita la sua tesi: "Danni da mobbing e tutela della persona"]
- Università: Università degli Studi di Firenze
- Facoltà: Giurisprudenza
- Esame: Diritto del lavoro, a.a. 2007/2008
- Titolo del libro: "Diritto del Lavoro" di E. Ghera, "Solidarietà, mercato e concorrenza nel welfare italiano" di S. Sciarra
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