L’orientamento ereditaristico ed endocrinologico
Tra gli sviluppi post-lombrosiani vanno ricordati gli studi sui rapporti tra eredità e delitto, ravvisandosi nei fattori genetici le principali componenti della predisposizione criminale e delle tendenze devianti.
Tali rapporti furono studiati su famiglie criminali (cioè caratterizzate da una accentuata criminalità), rilevandosi l’alta presenza di autori di delitti tra gli ascendenti dei delinquenti, specie se abituali; nonché sui gemelli specie monozigoti (derivati cioè da una sola cellula e dotati perciò di identico patrimonio genetico), constatandosi comportamenti concordanti.
Le carenze nella metodologia hanno posto in dubbio l’attendibilità dei risultati: è stata rilevata la difficoltà, se non l’impossibilità, di discriminare i fattori puramente biologici da quelli ambientali; è stato obiettato che non può essere provato che l’esistenza di famiglie criminali sia dovuta ad ereditarietà e non al fatto che gli appartenenti a tali famiglie sono stati esposti a comuni fattori familiari-ambientali sfavorevoli.
Sicché resta aperto il problema di ciò che viene ereditato: il delitto stesso o il carattere soltanto, cioè una semplice tendenza naturale, una predisposizione verso di esso?
Mentre si disconosce una diretta trasmissibilità di disposizioni alla criminalità per vie ereditarie, si ammette che certi caratteri psichici, normali o anormali, sono dovuti a componenti genetiche e che alcuni di questi caratteri psichici sono dotati di capacità di influire sulla condotta criminosa.
Sicché si parla soltanto di rapporti fra ereditarietà e “predisposizioni”, biologicamente determinate in senso genetico, verso particolari caratteristiche somatiche e psichiche, che possono favorire la condotta criminale.
Pertanto, la predisposizione è un fatto legato a condizioni biologiche ereditarie e consiste nella propensione del soggetto a rispondere a determinati stimoli con definite reazioni.
Essendo poi la predisposizione non una qualità attuale ma una potenzialità, non tutte le potenzialità ereditarie, non tutto ciò che costituisce il sostrato genetico dell’individuo, si realizzano in concreto come “personalità”.
La personalità sta ad indicare le propensioni sviluppate ed è non un fenomeno puramente ereditario, ma il risultato delle disposizioni e dei fattori ambientali.
Altri studi sono stati rivolti alle possibili relazioni tra fattori endocrini e criminalità.
Gli endocrinologi, riprendendo ma ad un tempo contestando le teorie lombrosiane, affermarono che i tipici delinquenti nati sono gli individui che soffrono di disturbi endocrini.
A differenza delle teorie lombrosiane, la presente teoria non considerava la dotazione ereditaria come immutabile; come pure riteneva possibile una terapia per tali fattori ereditari sfavorevoli.
Secondo, però, l’opinione prevalente la possibile relazione tra squilibrio di ghiandolare e comportamento criminale è, al più, indiretta e psicologica, nel senso che disordini dell’ipofisi e di altre ghiandole provocano un senso di anormalità e di inadeguatezza, che possono scatenare l’aggressività o altre reazioni.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Stefano Civitelli
[Visita la sua tesi: "Danni da mobbing e tutela della persona"]
- Università: Università degli Studi di Firenze
- Facoltà: Giurisprudenza
- Esame: Criminologia, a.a. 2008-09
- Titolo del libro: Il problema della criminalità
- Autore del libro: Ferrando Mantovani
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