Criminalità e genere sessuale
Criminalità e genere sessuale
Anche il sesso ha sempre costituito un fattore selettivo della criminalità, sotto il profilo sia quantitativo sia qualitativo.
Rispetto all’uomo, la donna, stando alle statistiche ufficiali, delinque molto meno e commette reati diversi (furti nei supermercati, aborti, infanticidi, avvelenamenti, ingiurie e diffamazioni, spergiuri, atti osceni commessi da prostitute, maltrattamenti verso fanciulli, ecc…).
Oggi si riconosce che la differenza è in parte falsata dalla più elevata “cifra oscura” della criminalità femminile, più facilmente mascherata dalla partecipazione più nascosta, “dietro le quinte”, della donna (istigatrice, ausiliatrice, favoreggiatrice, ma in genere non esecutrice), dall’atteggiamento protettivo di omertà e di copertura dell’uomo nei suoi riguardi, dalla maggiore indulgenza dei giudici.
Sembra però incontestabile che, nonostante questo fattore di correzione, il divario tra i due sessi resti notevole: la delinquenza femminile rappresenterebbe, al più, 1-2 decimi di quella globale; uomini e ragazzi sarebbero condannati da 6 a 8 volte più spesso delle donne e delle ragazze.
I tentativi di spiegare la scarsa criminalità femminile si riducono a tre ipotesi fondamentali:
1.la diversa struttura fisico-psichica dei due sessi, a cominciare dall’inferiorità fisica media delle donne, che avrebbe come effetto psicologico frenante il ricorso ad azioni non violente.
Si è parlato anche di natura conservatrice della donna, che la rende più rispettosa dell’ordine costituito, nonché meno disposta dell’uomo a correre rischi e più vulnerabile alle critiche della società.
Secondo l’interpretazione psicologica, la donna tenderebbe a tradurre in forme di nevrotiche quella conflittualità provocata da fattori ambientali disturbanti, che nell’uomo si traducono piuttosto nel passaggio all’atto e nell’anomalia di condotta;
2.i diversi ruoli sociali dei due sessi, essendo la donna socialmente meno attiva e presente dell’uomo, con conseguente minore esposizione agli stimoli esterni e maggiore protezione contro le sollecitazioni criminali.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Stefano Civitelli
[Visita la sua tesi: "Danni da mobbing e tutela della persona"]
- Università: Università degli Studi di Firenze
- Facoltà: Giurisprudenza
- Esame: Criminologia, a.a. 2008-09
- Titolo del libro: Il problema della criminalità
- Autore del libro: Ferrando Mantovani
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