Progetto LEM - Livelli Minimi di e-Government negli Enti Locali
L'e-Government è la ridefinizione dei processi concernente i servizi che l'Amministrazione è obbligata a prestare alla comunità, e della loro disponibilità di fruizione sulla rete.
L'impatto dell'e-Government sull'economia della P.A. è ancora modesto, nonostante la “sburocratizzazione” in molti settori. In Italia oltre il 90% dei comuni che hanno un sito web offre servizi di carattere informativo, ma solo il 7% permette di effettuare prenotazioni o pagamenti e meno del 5% il rilascio di certificati in linea.
L'e-Government è un campo d'azione trasversale, non è una solo un'informatizzazione degli uffici e dei servizi, ma l'utilizzo intelligente e sistematico delle nuove tecnologie ICT, che va a sostituire le vecchie prassi cartacee (secondo le regole del codice della P.A. digitale) e fonda un nuovo rapporto tra i cittadini e la P.A., basato sulla circolazione dei dati e sull'unitarietà dei procedimenti, garantendo qualità e personalizzazione del servizio.
I sette obiettivi strategici del Sistema Nazionale di e-Government sono:
1. migliorare l'efficienza della P.A. attraverso le potenzialità dell'innovazione tecnologica;
2. realizzare l'interoperabilità e la piena cooperazione fra le amministrazioni, attraverso la condivisione degli archivi e delle informazioni;
3. migliorare la trasparenza e l'efficacia della spesa pubblica, attraverso strumenti di controllo di gestione e di finanza pubblica;
4. costruire la cittadinanza digitale promuovendo l'e-democracy e superando il digital divide, attraverso lo sviluppo della banda larga, la rimozione di ostacoli all'accesso e una qualificata offerta di servizi online;
5. creare un ambiente favorevole alla competitività delle imprese e dare impulso alla crescita dell'industria, promuovendo l'innovazione dei processi della P.A. e sostenendo iniziative in ambito Open Source;
6. rendere l'Italia protagonista del processo di innovazione amministrativa in Europa, attraverso una presenza più incisiva che favorisca lo scambio di esperienze e di buone pratiche (best practise);
7. adottare un approccio sistemico per la misurazione della qualità e dell'efficienza dei processi della P.A., utilizzando le tecnologie sia per valutare all'interno sia all'esterno delle amministrazioni e per rilevare la customer satisfaction.
Questi grandi obiettivi strategici possono essere raggruppati in tre azioni:
• una interna alla P.A. per rendere più efficiente la macchina amministrativa
• una, esterna, con lo scopo di migliorare i servizi per i cittadini e le imprese
• una, complessiva, di monitoraggio, di misurazione e di valutazione delle iniziative intraprese
L'e-Government nasce, infatti, come una strategia per il cambiamento, una risorsa per la gestione del cambiamento organizzativo della P.A., in coerenza con il senso delle riforme degli anni '90 ed anche come risorsa per il territorio e per il suo sviluppo sociale ed economico. È quindi un insieme di strumenti, e non di finalità, del cambiamento e, la comprensione del ruolo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT), può contribuire:
• ad accelerare la riforma organizzativa, ripensando le strutture alla luce della centralità degli utenti del Territorio (siano essi cittadini, imprese, terzo settore ed altre Amministrazioni nella logica della sussidiarietà nei rapporti funzionali e tra gli ambiti di regolazione del servizio),
• ad una nuova distribuzione delle responsabilità (decentramento, maggiore autonomia operativa degli uffici),
• ad una nuova distribuzione fisica del lavoro (sviluppo e valorizzazione di localizzazioni periferiche e locali),
• alla responsabilizzazione dei dirigenti,
• ad un modello organizzativo cooperativo e non gerarchico-burocratico all'interno dell'Amministrazione,
• ad una centralità dei risultati.
Le iniziative di e-Government possono rappresentare in molti Enti Locali l'occasione giusta per avviare un processo di cambiamento strategico ed organizzativo per tutta l'Amministrazione pubblica (cfr. L. 246/2005 “Legge di semplificazione” che introduce i livelli minimi di semplificazione per tutte le Amministrazioni e su tutto il territorio nazionale).
L'ICT può essere una leva per accelerare la riforma organizzativa di un Ente solo se le innovazioni sono percepite come un intervento di cambiamento strutturale per rendere più efficiente il servizio dato alla comunità. Le conseguenze operative di questo scenario indicano come i risultati possibili dell'e-Government siano legati, pertanto, alla capacità dell'Ente Locale di sostenere lo sviluppo del Territorio, creando valore attraverso l'organizzazione e la produzione di servizi in efficacia ed in efficienza, ottimizzando le risorse economiche e rispondendo alla domanda di innovazione che il territorio, espressione collettiva dei cambiamenti sociali, propone.
Nel sistema Regioni/Enti locali l'adozione delle nuove tecnologie è molto differente: si trovano aree di assoluta eccellenza, dove all'informatizzazione dei processi di base si affianca la realizzazione di servizi avanzati sul web, ma anche situazioni di consistenti ritardi, specie in regioni del sud e nei piccoli Comuni. Il dato più eloquente si riferisce alla connettività: solo il 32,1% dei Comuni è connesso alla banda larga e nei comuni sotto i 5.000 abitanti, il 25,6% (ISTAT 2005).
Riguardo alla qualità dei servizi ai cittadini, in base al Rapporto Innovazione CRC 2006, quasi tutti i Comuni hanno un sito istituzionale, ma solo il 19,4% di quelli sotto i 10.000 abitanti offre servizi transattivi (cioè servizi erogati interamente online).
Anche per le iniziative come la creazione dello Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) che dà servizi informativi (consultazione della normativa e dei regolamenti, descrizione dei procedimenti e delle modalità d'espletamento, la modulistica, ecc.) ed interattivi (invio telematico dei documenti e gestione dell'iter delle richieste) si registra una marcata disomogeneità in termini sia di servizi proposti sia di effettivo utilizzo degli utenti e dello standard di funzionamento, secondo le diverse realtà locali che gestiscono lo Sportello.
L'e-Government nasce come fornitura di servizi al cittadino, parallelamente alla crescita di Internet: all'inizio si sono diffuse rapidamente le applicazioni più semplici (e-mail, siti web e le funzionalità minime del protocollo informatico), ma c'è uno scarso utilizzo degli strumenti più evoluti ed efficaci sia per il contenimento della spesa (posta certificata, e-procurement, ovvero l'acquisto di beni e servizi sul mercato elettronico), sia per il monitoraggio dei risultati e la trasparenza dei flussi di lavoro (workflow).
L'automazione non è il fine, bensì il mezzo, il cui nodo centrale è l'ingegnerizzazione dei processi amministrativi e del loro monitoraggio. Il fatto che l'Italia risulta essere agli ultimi posti, tra i paesi ad alto tasso di sviluppo, dell'alfabetizzazione e della fruizione informatica, la pone in una situazione di difficoltà. Tra l'altro visto che i maggiori beneficiari sarebbero proprio le categorie che rischiano di essere emarginate, specie da un punto di vista fisico, sarebbe un errore di valutazione pensare che l'e-Government avvantaggia chi è già avvantaggiato, infatti serve per lo più proprio a coloro che non possono accedere in modo semplice ai luoghi dove si manifesta l'agire amministrativo. La bassa intensità d'uso dei servizi forniti sul web è rilevata da tutti gli osservatori del settore, occorre aumentare il livello di alfabetizzazione informatica della popolazione e rendere disponibili i servizi attraverso piattaforme differenziate, tramite la convergenza digitale (sistema multicanale). Occorre anche rimuovere le barriere tecnologiche e normative che ostacolano l'accesso ai servizi e ai pagamenti online. Va realizzato un Sistema nazionale di identificazione in rete che recuperi i ritardi del progetto CIE (Carta di Identità Elettronica). È urgente anche raggiungere un'effettiva interoperabilità tra le amministrazioni, centrali e locali, al fine di integrare gli archivi e condividere le informazioni in tempo reale (condivisione cooperativa), a tal riguardo hanno rilievo strategico: lo sviluppo delle applicazioni della banda larga, la realizzazione di infrastrutture come il Sistema Pubblico di Connettività e Cooperazione Applicativa (SPS), la gestione telematica dei registri pubblici e dei flussi documentali, i sistemi integrati di autenticazione per l'accesso alle informazioni, la sicurezza informatica, la diffusione della firma digitale e della posta certificata (PEC) e l'utilizzo della conservazione a norma di documenti elettronici.
Il quadro complessivo descritto mostra, pertanto, l'assenza di un livello minimo d'innovazione comune a tutti e, a fronte di molti sistemi locali, nell'e-Government non c'è un sistema-paese.
Con il progetto LEM- Livelli Minimi di e-Government negli Enti Locali che la SSPAL (Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione Locale) sta curando in collaborazione con il CNIPA (Centro nazionale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione) si intende, appunto, far luce sulla reale necessità di innovazione tecnologica degli Enti locali, stabilendo un punto di partenza per gli interventi da attuare.
L'iniziativa, a cui collabora anche l'Osservatorio “Federalismi.it” ha come obiettivo l'analisi delle capacità di innovazione delle realtà locali e intende quindi proseguire sulla scia del rapporto presentato dal CNIPA sull'istituzione dei CST (Centri Servizi Territoriali), forme associative intercomunali di “area vasta”, almeno 100.000 abitanti, finalizzate alla gestione delle tecnologie informatiche e dei sistemi informativi che lavorano per l'e-Government nei piccoli comuni. La valenza programmatica del progetto è che i livelli minimi sono obiettivi realizzativi di quelle prassi di innovazione che non sono ancora entrati nella cultura amministrativa degli Enti Locali. Prassi che passano dalla consapevolezza dei processi d'innovazione, si consolidano valorizzando il ruolo delle persone e si realizzano attraverso la capacità dell'Amministrazione di coinvolgere il territorio. È determinante anche la dimensione del comunicare l'innovazione, innescando così un meccanismo di partecipazione, di confronto tra fabbisogni dell'Amministrazione e le competenze che le aziende di ICT possono mettere a disposizione, evidenziando presso i cittadini e le comunità i percorsi intrapresi ed i risultati ottenuti, in chiave di condivisione delle scelte.
Il progetto è articolato in due fasi:
• la prima consiste nella somministrazione di questionari ai Segretari comunali che partecipano ai corsi istituzionali della SSPAL, il questionario si basa su tre dimensioni:
1. la figura del Segretario Comunale come promotore dei processi di innovazione e di e-Government
2. l’impatto delle ICT sull'organizzazione comunale
3. le soluzioni gestionali già sperimentate (secondo la “logica del riuso”)
• la seconda, che partirà a metà giugno, coinvolgerà le Amministrazioni comunali con popolazione entro i 15.000 abitanti, e consiste in una griglia di interviste, in forma partecipata a dirigenti, funzionari, organi istituzionali, rappresentanti delle associazioni imprenditoriali e delle associazioni civiche, su tre dimensioni:
1. rapporto tra l'uso delle tecnologie e l'organizzazione comunale
2. rapporto tra le tecnologie e i profili professionali interni all'organizzazione comunale
3. rapporto tra l'organizzazione e il territorio, cioè come l'uso e la scelta delle tecnologie sia realizzata a beneficio degli attori del territorio e, quindi, il grado di relazione sui temi di innovazione tra l'Amministrazione, i cittadini, le imprese e il terzo settore.
A supporto del progetto è stato attivato uno spazio internet (https://lem.laboratoriopa.it) che consentirà di monitorare lo stato di avanzamento della ricerca, pubblicare contributi e spunti di riflessione, nell'ottica di consolidare una vera e propria “comunità di pratiche” per un ICT “sostenibile” negli Enti Locali. Il Portale costituirà, pertanto, il principale strumento di comunicazione.
Inoltre, in autunno sarà realizzato un vero e proprio Road Show, ovvero seminari territoriali per la diffusione dei primi risultati e per un confronto tra i portatori di interesse sulle priorità delle politiche locali per l'innovazione che permetteranno di chiarire lo stato di avanzamento dell'indagine.
A conclusione dell'indagine i risultati confluiranno nelle Linee Guida del CNIPA per l'implementazione e l'attuazione condivisa di politiche locali per l'innovazione, che evidenzierà la continuità tra ruoli professionali, modelli organizzativi e gli obiettivi di efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa nel governo del territorio (indicatori di policy).
I coordinatori del Progetto sono Gianluca Passaro ed Elena Proietti.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Laura Polizzi
[Visita la sua tesi: "Il dirigente della Pubblica Amministrazione. Manager della complessità o leader del cambiamento?"]
[Visita la sua tesi: "Governare è decidere e comunicare. Una sfida per il manager pubblico."]
[Visita la sua tesi: "La valutazione del personale. Una ricerca-azione sulla sperimentazione del sistema di valutazione del personale delle aree (SIVAP) del Ministero dell'Economia e delle Finanze"]
- Università: Università Telematica TEL.M.A.
- Facoltà: Giurisprudenza
- Corso: Giurisprudenza
- Esame: Modelli e Strategie di e-government
- Docente: Paolo Zocchi
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