L’orario di lavoro e la determinazione della prestazione lavorativa
La persona del lavoratore non va tutelata solo in merito all’ambiente di lavoro ed ai rischi ad esso connessi, ma anche in base all’organizzazione del lavoro e della durata dello stesso. La dimensione temporale lavorativa acquisisce importanza sia sotto il profilo di determinazione quantitativa della prestazione lavorativa e della retribuzione, ossia quanto il prestatore deve lavorare in virtù del contratto (orario normale contrattuale di lavoro) ed a quale retribuzione ha diritto in base alle ore lavorative, sia sotto il profilo del limite massimo di esigibilità della prestazione lavorativa, ossia per capire quanto il lavoratore possa essere impiegato prima che esaurisca le proprie forze (pur sempre umane e non meccaniche) e perda lucidità e professionalità a danno di se stesso e del proprio operato. L’art.36 della carta costituzionale stabilisce al comma 2 che la durata massima dell’attività lavorativa debba essere stabilita per legge, mentre al comma 3 prevede che il lavoratore abbia diritto al riposo settimanale ed alle ferie annuali retribuite, senza potervi rinunciare.
Continua a leggere:
- Successivo: La disciplina legale dell’orario di lavoro
- Precedente: Divieti di discriminazione del lavoratore
Dettagli appunto:
- Autore: Alessandra Infante
- Università: Università degli Studi di Bari
- Facoltà: Giurisprudenza
- Corso: Giurisprudenza
- Esame: Diritto del lavoro
- Titolo del libro: Diritto del lavoro
- Autore del libro: Edoardo Ghera
- Editore: Cacucci
- Anno pubblicazione: 2002
Altri appunti correlati:
- Diritto del rapporto individuale di lavoro privato
- Diritto Sindacale
- Segmentazione del mercato del lavoro
- Appunti di diritto del lavoro
- Diritto del lavoro
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.