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Doveri e responsabilità degli amministratori


Gli amministratori hanno, anzitutto, il dovere generale di gestire la società con la diligenza del mandatario.
L’operato degli amministratori va valutato sulla base non del risultato positivo o negativo delle scelte di gestione, ma del loro comportamento al momento dell’assunzione delle scelte: sulla base della verifica quindi del rispetto di quelle cautele e regole di comportamento tipiche dello standard dell’avveduto amministratore.
Il metro di valutazione della diligenza è quello del mandatario, e cioè del buon padre di famiglia.
Gli amministratori devono poi rispettare una serie di doveri specifici previsti dalla legge, oltre a quelli eventualmente posti a loro carico dal contratto sociale.
L’inadempimento ai loro obblighi espone gli amministratori a responsabilità solidale verso la società per i danni a questa procurati.
La solidarietà non si estende a chi dimostri di essere esente da colpa.
La legge è del tutto silente in ordine alla disciplina dell’azione di responsabilità promossa dalla società contro gli amministratori.
Certo è che si tratta di azione contrattuale volta a ottenere il risarcimento del danno provocato dall’inadempimento dell’amministratore, azione soggetta a termine di prescrizione quinquennale sospeso finché l’amministratore è in carica.
Dibattuta è la questione della legittimazione attiva alla sua proposizione: in prevalenza si ritiene che possa esser fatta valere dalla società e per essa dai suoi rappresentanti.
Potrebbero dunque promuoverla solo gli stessi soci amministratori, tuttavia,anche alla luce delle recenti evoluzioni del diritto delle società di capitali, deve ritenersi ammissibile anche la legittimazione individuale del singolo socio.

Tratto da DIRITTO COMMERCIALE di Stefano Civitelli
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