La difesa del vantaggio competitivo
Tramite l'imitazione, i concorrenti
sono in grado di indebolire il vantaggio competitivo di un'altra
impresa. Per poter mantenere questo vantaggio nel lungo periodo è
necessario imporre delle barriere all'imitazione che Rumelt definiva
come “meccanismi di isolamento”.
Di norma, nei settori già
consolidati, l'erosione del vantaggio competitivo è un processo molto
lento, ma non possiamo dire la stessa cosa per i nuovi settori,
soprattutto quelli tecnologici.
Per imitare con successo bisogna rispettare 4 condizioni:
1) identificazione. Un'impresa deve riconoscere che un rivale possiede un vantaggio competitivo.
Un
primo modo per porre una barriera all'imitazione è data dalla non
divulgazione “accesa” della propria redditività; ecco perché molte
imprese che fanno grandi fatturati in settori di nicchia preferisco
evitare di quotarsi.
Meccanismo di isolamento: occultamento dei risultati eccellenti;
2)
incentivo. Una volta individuato questo vantaggio, bisogna sindacare
sul vantaggio in termini di profitto che l'impresa otterrebbe nel caso
investisse denaro nell'imitazione.
Meccanismo di isolamento:
dissuasione; segnalare intenzioni aggressive agli imitatori;
anticipazione: sfruttare tutte le opportunità di investimento
disponibili;
3) diagnosi. L'impresa che vuole imitare deve essere in grado di capire da quali strategie la rivale trae vantaggio.
Meccanismo di isolamento: utilizzare tutte le fonti di vantaggio competitivo per determinare ambiguità causale;
4)
acquisizione delle risorse. L'impresa che vuole imitare deve avere la
possibilità di acquisire risorse e competenze per poterle imitare
tramite il trasferimento o la replicazione.
Meccanismo di
isolamento: basare il proprio vantaggio competitivo su risorse e
capacità non trasferibili e difficili da replicare.
Se
un'impresa è in grado di far credere alla concorrenza che l'imitazione
non è redditizia si possono evitare delle sfide competitive e in questo
caso, a volte, la reputazione di un'impresa è fondamentale per riuscire a
rendere credibile la minaccia. Un'impresa per scoraggiare l'imitazione
può occupare delle nicchie di mercato strategiche per evitare che dei
potenziali entranti vi facciano ricorso. Vi sono altre azioni che
possono essere poste in essere:
1) proliferazione nella
produzione dei prodotti, cioè allargare la gamma dei prodotti offerti
così che, se un potenziale entrante decide di provare ad entrare, non ci
riuscirà a meno che non offrirà tanti prodotti quanti la rivale;
2) fare investimenti superiori per aumentare la capacità produttiva, anche se non è ancora aumentata la domanda;
3)
avere molti più brevetti per proteggere la propria tecnologia (ed
acquistare imprese che ne possiedono alcuni che noi come leader di
mercato non abbiamo, in modo da non dover affrontare una spietata
concorrenza).
Si riesce a mantenere un vantaggio competitivo
attraverso l'anticipazione dei mutamenti del mondo esterno nel solo caso
vi siano 2 imperfezioni del processo competitivo:
– il mercato cui fare riferimento deve essere piccolo e possono lavorarci poche imprese per essere produttive;
– chi fa la prima mossa deve avere un vantaggio e mettere le altre in una posizione di svantaggio.
Ambiguità
causale e imitabilità incerta. Se un'impresa vuole imitarne un'altra,
per prima cosa deve capire da che cosa deriva il suo successo. Il
problema di fondo è capire qual è il rapporto tra performance superiori
alla media, risorse e capacità che generano queste migliori performance.
Il problema dell' “ambiguità causale” è quello in cui, quando
un'impresa ha un vantaggio multidimensionale, ed ogni dimensione è
caratterizzata da un vantaggio basato su complesse competenze
organizzative, più è difficile per i concorrenti capire da dove deriva
il suo successo.
Il risultato che si ottiene se parliamo di
ambiguità causale è l'imitabilità incerta: se non si capisce da dove
deriva il vantaggio di un concorrente, ogni tentativo di imitare il
rivale porta ad un risultato incerto. In alcuni casi, un'imitabilità
posta in essere per raggiungere un vantaggio, può creare più danni che
non imitare; in altri casi, magari, la strategia sulla sulla quale si
basa il concorrente è talmente tanto complicata poiché generata da un
connubio di leadership, impostazione del personale, sistemi di gestione e
struttura che, l'imitazione, risulta essere del tutto impossibile.
L'imitazione
è semplice e molto veloce nel solo caso in cui il vantaggio competitivo
non si basi su un processo complicato di strategie. Per chi vuole
imitare, il problema che bisogna affrontare è l'entità del “vantaggio
della prima mossa”; chi si muove per primo, all'interno di un mercato,
anche se il suo fine ultimo è quello di imitare, è quello che si riesce
ad accaparrarsi le migliori risorse oppure, ancora, è colui che riesce a
sviluppare risorse migliori delle altre imprese. In questo caso, è
molto importante l'entità delle risorse accaparrate/sviluppate sulle
quali si può basare l'impresa.
Dato il rischio dell'imitabilità,
ogni impresa che detiene (o vuole detenere) un vantaggio competitivo,
deve mettere in conto che, creato un nuovo prodotto, ci saranno
moltissime altre imprese che tenteranno di fargli concorrenza per
accaparrarsi di parte dei suoi profitti. In questo caso, l'impresa
creatrice del nuovo prodotto, deve riuscire a porre in essere un
meccanismo di difesa che può essere:
1) abbassare i prezzi;
2) grandi campagne pubblicitarie;
3) alleanze con catene distributive o addirittura l'acquisto della medesima;
4)
accelerare il tasso di innovazione del prodotto. In questo caso le
imprese che vogliono imitarmi non potrebbero mai raggiungermi, in
termini di tempo, poiché poco dopo l'uscita del mio nuovo prodotto, io
ne porto sul mercato un altro, magari molto diverso dal primo. Le
imprese che tentano di copiarmi, in questo caso, non riusciranno a stare
al passo con la mia innovazione tecnologica. È un metodo usato ma allo
stesso tempo rischioso poiché comporta un dispendio di “energie” e
denaro maggiore;
5) difesa dei diritti di proprietà (legale);
6) aumento della capacità produttiva effettuando investimenti e rendendoli pubblici.
Tutte queste minacce devono essere credibili.
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