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La nascita della donna medico


Nel periodo dal 1861 al 1888 ci sono poche informazioni su di loro. Fino al 1877 è impedito le donne di frequentare l'università e laurearsi. Non c'è un cambiamento di genere. Possono solo fare le uditrici (e comunque in un numero ristretto).
Si cambia da fine ottocento e a cavallo del novecento.
L'Italia è differente dagli altri paesi come la Francia e l'Inghilterra o Usa o Svizzera.
In questi stessi anni le università sono aperte alle donne e si laureano. Stessa cosa per i paesi scandinavi.

La Gran Bretagna e paesi scandinavi oltre all'America si inseriscono le donne ma in modo separato per evitare promiscuità. Ci sono quindi corsi per le donne e su materie per donne e bambini.
I limiti: ad esempio non c'è scambio, sono considerate marginali (ed anche i relativi ospedali).
I pregi: meglio esserci che non esserci.

In Italia e Francia non si separa ed è più difficile. C'è subito un'integrazione ed è apparentemente positivo. In realtà ci sono difficoltà di carriera, ostracismo. Non trovavano lavoro, solo come medico condotto o volontarie. Maria Montessori ad esempio è una figura centrale, va all'estero. Lascerà nel 1911 per conciliare la famiglia. Molte donne sono valdesi o ebree o straniere, culture che possono essere istruite come medico. Le italiane no.

Ad esempio la figlia di Lombroso non viene mandata a medicina e dopo molte insistenze le è concesso ma in compagnia del fratello e del cugino.
Creano concorrenza che viene avvertita dai medici nonostante i numeri siano piccoli (25).
Anche perché in realtà c'è una pletora medica (troppi medici rispetto ai posti disponibili).
Le donne che si laureano sono donne eccezionali.
La dottoressa Modena aderisce al socialismo e fa suo l'impegno di indicare le norme per le mamme (fasce, latte,...). Il baliatico era una modalità frequente nelle famiglie ricche che si portavano a casa la balia.

Tratto da STORIA DELLE AZIENDE PUBBLICHE E SANITARIE di Barbara Pavoni
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