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LE FORME DI REGOLAZIONE NEUTRA

Le forme di regolazione neutra


Non incide sulla formazione delle preferenze, ma sulla possibilità di espressione e di soddisfazione.
Le forme di regolazione neutra non incidono sulla formazione delle preferenze, bensì sulla possibilità di espressione delle preferenze e sul grado soprattutto di soddisfazione che il consumatore può provare a seguito delle sue scelte. Si guarda all’effettivo ritorno utilitaristico.
La seconda forma di regolazione è detta regolazione promozionale, ed è data da un’azione orientativa dei consumi avente natura incentivante, o al contrario disincentivante.
In questo caso agisco sulla formazione delle preferenze, favorendo certi comportamenti ritenuti rispettosi dell’interesse collettivo, o disincentivando quelli lesivi dell’interesse collettivo.
Le forme di regolazione promozionale di conseguenza non rafforzano solo l’autonomia e la libertà, ma si propongono di indirizzare l’agire di consumo verso fini condivisibili.
Anche qui abbiamo tre tipi di intervento tipici: sono rappresentati dal ricorso alle avvertenze di legge (sono ad esempio le scritte obbligatorie sui rischi per la salute per determinate forme di consumo quali ad esempio le sigarette, i cellulari, gli mp3…), che sono un caso di regolazione promozionale disincentivante, con il fine di convincere le persone a non fruire di quel determinato bene, o a farne un uso moderato; il secondo esempio è quello delle etichette eco-label, cioè quelle etichette che sono in grado di rendere noto al consumatore le caratteristiche del prodotto (la regolazione ha qui carattere incentivante, come i marchi di sicurezza che si possono trovare sui giocattoli; rientrano in questo ambito anche le certificazioni di qualità); il terzo strumento è quello dei messaggi promozionali (pubblicità progresso o marketing sociale, ma anche la pubblicità che invita a tenere sotto controllo il proprio colesterolo), cioè tutti quei messaggi che si propongono di promuovere comportamenti utili per il proprio e l’altrui benessere. E’ un investimento educativo del consumatore, che vuole plasmare la volontà del consumatore, per formare un atteggiamento positivo verso beni meritevoli, cioè verso tutti quei beni che sostengono il benessere collettivo, le cause sociali.

Tratto da SOCIOLOGIA DEI PROCESSI ECONOMICI di Andrea Balla
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