Testimonianza: la gestione del rischio fiscale
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Il rischio fiscale nel contesto dei rischi aziendali
Il rischio fiscale è un rischio particolare, perché a differenza degli altri rischi (Rischio di controparte; Rischio di compliance; Rischio di liquidità; Rischio di credito: bisogna stare attenti a chi si presta denaro; Rischi di mercato: problema di non rivelarsi in linea con l’andamento del mercato) che sono concentrati in particolari settori, questo è presente in tutta la realtà aziendale.Il rischio fiscale presenta alcune caratteristiche specifiche:
• È diffuso su tutti i processi dell’azienda;
• La funzione azienda incaricata della gestione del rischio fiscale pera tipicamente sulla gestione degli effetti e non delle cause;
• La normativa di riferimento è per addetti ai lavori e la sua interpretazione non è sempre univoca;
• La normativa di riferimento è soggetta ad aggiornamenti continui: la normativa cambia continuamente, e anche giornalmente ci sono aggiornamenti normativi, per questo motivo il professionista deve essere continuamente aggiornato per svolgere il proprio lavoro.
• L’impatto economico è rilevante per l’azienda: l’impatto può essere teorico, ci sono dei modelli che dicono quanto è la probabilità di rischio fiscale, ci sono modelli teorici che spiegano il rischio. Nell’ambito fiscale la probabilità che c’è dietro al rischio aumenta in modo esponenziale perché il creditore è il soggetto che mi controlla e gli accertamenti che subiscono le aziende si aggirano sulle verifiche almeno annuali e quindi il rischio assume uno livello quasi pari a 1. I numeri che ci sono dietro sono molto rilevanti per l’azienda, sono circa 13 degli utili aziendali, nessun altro rischio arriva a questo livello. Un’azienda deve quindi proteggersi perché se non lo fa si espone ad un rischio economico e ad un rischio di non continuità nel medio – lungo periodo.
• Le autorità di controllo sono estremamente attive;
• L’amministratore è il creditore;
• Gli effetti fiscali presentano un carattere transnazionale.
Tutto ciò sta portando le aziende a sviluppare nuovi processi: da addetti al lavoro a tutti i componenti dell’azienda devono tutti cercare dei sistemi di presidio di queste attività.
Il rischio fiscale è definito come l’entità del danno erariale può avere un impatto rilevante sull’azienda. Si inizia a parlare di rischio fiscale nel 2002 co il caso Enron che fatturava 100 mln di dollari l’anno. Questo caso comporta negli USA ad applicare il SOX act che obbliga le aziende a pubblicare annualmente una relazione che deve individuare i punti di controllo. Il Fin 48 obbliga le aziende a determinare le posizioni finanziarie incerte a tutela del rischio fiscale. L’IFRIC 23 prevede che il lettore di bilancio deve andare ad identificare la base imponibile di una situazione
L’esposizione mediatica per effetto del rischio fiscale è aumentata in modo esponenziale.
La gestione del rischio fiscale si innesta nel contesto sia nazionale che internazionale. È in continua evoluzione la normativa tributaria, dal 2004 al 2016 è stata modificata 34 volte.
Il punto di svolta c’è con la crisi internazionale e viene portato il RF anche all’attenzione dei singoli stati.
Nel 2013 è stato avviato un progetto a livello OCSE che si articola in 15 azioni di contrasto ai fenomeni BEPS.
Le azioni del BEPS sono 4:
1. Sostanza: superamento del divario tra imposte versate in uno stato e la sostanza, allineando i redditi alle aziende che le hanno generate;
2. Coerenza nazionale e sovrannazionale: intesa come coerenza nell’allineare le lacune esistenti nei vari stati;
3. Trasparenza: valore essenziale per il contrasto dei fenomeni nella sua duplice inclinazione che riguarda la trasparenza delle imprese verso le amministrazioni finanziarie e la trasparenza delle amministrazioni finanziarie tra di loro.
4. Digital economy: nuovi criteri di collegamento territoriale adeguati ai nuovi modelli di business nella loro forma più avanzata di cui sono espressi con le imprese hi tech.
Nel 2015 l’OCSE ha stimato che la perdita per pratiche aggressive di erosione a livello globale è di 75/80 miliardi di euro. Le principali società sono Google, Facebook etc.
I regimi di property compliance sono stati messi in atto per primi dall’Olanda e si basano sulla collaborazione forzata.
Questi regimi si basano su:
• Comprensione del business• Imparzialità: il rapporto non è più basato su verifiche ex post
• Proporzionalità: ovvero condivisione delle scelte;
• Apertura e trasparenza
• Reattività
Per il contribuente il punto fondamentale è la disclosure ovvero la comunicazione, la trasparenza e il sistema di controllo del rischio fiscale.
Il futuro è l’international compliance assurance program e si differenzia perché il contribuente gestisce e riduce il rischio in ambito fiscale. L’ICAP è la collaborazione preventiva e volontaria tra gruppo multinazionali e amministrazioni fiscali.
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Dettagli appunto:
- Autore: Mattia Fontana
- Università: Università degli Studi del Piemonte Orientale A.Avogadro
- Facoltà: Economia
- Corso: Amministrazione Controllo e Professione
- Esame: Revisione aziendale avanzato
- Docente: Chiara Grechi
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