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La globalizzazione dei mercati

Globalizzazione → Tendenza dell’economia ad assumere una dimensione sovranazionale. In senso economico, esprime il processo di integrazione crescente delle economie delle diverse aree del mondo.
3 fasi della globalizzazione

Prima fase (1870-1914)

L’inizio di questa fase coincide con lo sviluppo di una serie di innovazioni tecnologiche come la costruzione di navi più robuste e veloci (riduzione tempi navigazione), l’apertura del canale di Suez (dimezzata la durata del viaggio da Londra a Bombay) ed il servizio telegrafico transatlantico tra Londra, New York, Melbourne e Buenos Aires (passaggio dalle settimane ai minuti per le comunicazioni transcontinentali).
I flussi migratori conoscono un enorme incremento grazie  allo sviluppo delle infrastrutture e alla riduzione dei costi di trasporto. Il rapporto tra commercio estero (imp. + esp.) e PIL cresce progressivamente. Investimenti diretti esteri (investimenti effettuati all’estero dall’impresa e volti ad assicurare il controllo o aumentare la quota di capitale in una società estera): notevole dell’incidenza.

Seconda fase (1945-1980)

Capisaldi sanciti da Bretton Woods: libero scambio come via per la crescita economica e deregolamentazione come modalità di eliminazione delle barriere alla libera circolazione di merci e capitali.
Bretton Woods → Costituzione Banca Mondiale (eliminazione povertà nel mondo)
           Fondo Monetario Internazionale (compete la stabilità dei tassi, occupazione e crescita
Durante questa fase, la maggioranza dei paesi in via di sviluppo non prende parte all’aumento degli scambi di beni industriali e servizi, in quanto i paesi sviluppati applicano loro barriere artificiali. Gli effetti di questa fase sui paesi ricchi sono enormi: forte incremento del commercio di prodotti dovuto all’abolizione reciproca dei dazi.

Terza fase (1980-ancora in corso)

Gli scambi mondiali di merci superano di almeno dieci volte quelli registrati nel 1950. Il peso delle imp. e delle esp. è aumentato rispetto al PIL. Gli invest. Diretti esteri hanno registrato una crescita impetuosa dovuta al miglioramento delle infrastrutture mondiali e dall’affermarsi di nuove tecnologie informatiche. Tali investimenti coinvolgono anche paesi in via di sviluppo da cui si generano anche flussi in uscita e in genere riguardano l’industria di servizi e manifatturiera.

Tratto da MARKETING INTERNAZIONALE di Valerio Morelli
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